Funivia di Monteviasco, i parenti della vittima: “La sentenza riconosce il lavoro svolto da Silvano”

Grande emozione dei parenti dell’uomo che ha perso la vita stritolato dalla cabina alla stazione di Ponte di Piero nel 2018. “Era al servizio della comunità”

parenti silvano dellea

Le lacrime agli occhi, l’attesa, non solo quella delle due ore della camera di consiglio del giudice monocratico di Varese che ha letto la sentenza a mezzogiorno di oggi, ma i cinque anni dalla morte. Queste le emozioni a caldo dopo la lettura della sentenza con la quale vengono condannati alcuni degli imputati per la morte di Silvano Dellea, il manutentore della funivia Ponte di Piero Monteviasco, morto nel novembre del 2018.

A parlare è la moglie dell’uomo, Patrizia Meazza: «Sono passati cinque anni, un tempo molto lungo. Abbiamo seguito tutte le fasi del processo, assieme ai nostri avvocati Corrado Viazzo e Vera Dall’Osto. La decisione di oggi ci ha restituito la figura di un uomo che era al servizio della sua comunità, e che ha operato in maniera corretta per il bene di tutti».

In aula era presente anche Gianpiero Dellea, fratello della vittima, che ha specificato come la vera motivazione che spingeva suo fratello a fare quello che faceva oltre al suo lavoro di agente di polizia locale nel Comune di Maccagno con Pino e Veddasca era proprio quello legato al servizio della comunità: «Facendo i conti, Silvano, dal suo lavoro che faceva per la funivia guadagnava 10 € al giorno, poco più di un rimborso spese, ed è chiaro che era mosso dall’intento di voler mettersi a disposizione di tutti, di mettere a disposizione le sue capacità per far funzionare un impianto utile per il residenti del piccolo comune». Oltre alla moglie, e al fratello, si sono costituite parti civili anche due sorelle della vittima, e la figlia.

Dal racconto della moglie, c’è anche la motivazione della presenza di Silvano Dellea quel giorno, per dare un controllo: «Era imminente un’esercitazione della protezione civile e voleva vedere che l’impianto fosse in ordine. Quel giorno non è più tornato».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Dicembre 2023
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