Il congresso Fimaa rompe gli schemi. Il messaggio sulla guerra dei giovani pensatori agli agenti immobiliari
La performance degli studenti del laboratorio di filosofia del liceo “Vittorio Sereni” di Laveno Mombello ha aperto una finestra sull'attualità durante i lavori congressuali della Federazione italiana mediatori agenti affari. Una scelta culturale coraggiosa
Ogni anno il congresso di Fimaa Varese, la Federazione italiana mediatori agenti affari aderente a Confcommercio, riserva una sorpresa. Il tentativo del presidente Santino Taverna e del vice presidente Dino Vanetti di allargare lo sguardo a quanto accade nella società e nella storia e di riportarlo all’interno della propria missione sindacale rappresenta una scelta culturale coraggiosa. Era già accaduto, come si diceva, che il momento associativo più importante venisse “contaminato” dalla filosofia, dalla letteratura e dalla poesia. È come se Taverna e Vanetti ricordassero ai loro associati che in fondo la missione ultima anche di un sindacato di categoria, qual è Fimaa, è ricercare un senso alla vita, al lavoro, alla vita di tutti i giorni. Un modello, quello di Fimaa Varese, che sembra piacere anche fuori dai confini della Città Giardino perché è un modo di essere protagonisti del proprio tempo standoci dentro, accentandone le contraddizioni, cercandone al contempo il superamento.
Il 43mo congresso, che si è svolto alle Ville Ponti di Varese, ha ospitato la performance dei Giovani pensatori intitolata “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”, da una poesia di Salvatore Quasimodo, realizzata dal laboratorio di filosofia del liceo triennale “Vittorio Sereni” di Laveno Mombello a cura degli alunni e delle docenti Silvia Cassani ed Elisabetta Scolozzi.
Le ragazze e i ragazzi hanno dato voce ai grandi personaggi della storia, antichi, moderni e contemporanei, e al loro pensiero sul tema della guerra: da Socrate a Cicerone, da Bernardo di Chiaravalle a Kant, passando per Einstein, Sun Tzu e Gino Strada, il medico fondatore di Emergency, solo per citarne alcuni. Ad aprire questo dialogo una schermata con l’elenco di tutte le guerre della storia. Un elenco lunghissimo che comincia prima di Cristo e continua, purtroppo, fino ai giorni nostri.
CONFRONTARSI CON LE ISTITUZIONI
La relazione, volutamente stringata, di Taverna che ha toccato le questioni principali, mercato, direttiva green, operatori e percorsi formativi professionalizzanti, ha innescato la riflessione dei relatori ospiti al congresso. Il vicesindaco di Varese Ivana Perusin (al congresso era presente anche l’assessore Andrea Civati e sul finale ha fatto la sua comparsa il sindaco Davide Galimberti) ha ricordato il cambiamento in atto nel capoluogo dopo la pandemia, una spinta generata da 130 milioni di euro provenienti da bandi relativi al Pnrr. «Una ricerca costante di equilibrio tra la qualità urbana, attraverso i percorsi di rigenerazione di spazi, nuove opportunità economiche, culturali, sociali anche insieme ai privati».
C’è una comunità di intenti istituzionali che guardano in un’unica direzione: aumentare l’attrattività del territorio. Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio, ha parlato delle tre missioni che l’ente camerale ha messo al centro del nuovo mandato: attrattività, nuove generazioni e sostenibilità. Sono i tre pilastri che reggono la visione di Vitiello: «Rendere Varese un luogo migliore dove far impresa e vivere facendoci guidare dall’amore che nutriamo per la nostra provincia. Quell’amore e quella passione che spingono l’essere umano a intraprendere, sviluppare e innovare».
L’AGENTE IMMOBILIARE AL CENTRO
È evidente che c’è un’energia che guida Taverna e Vanetti ed è la loro passione per la professione di agenti immobiliari. L’aver intitolato il congresso “I mediatori in testa alla filiera immobiliare” la dice lunga su quanta responsabilità siano pronti a prendersi come categoria. Ed è forse questa la vera sfida a cui chiamano tutti i colleghi.
Ci sono alcune espressioni che hanno risuonato costantemente alle Ville Ponti di Varese, per tutto il tempo del congresso. Parole come: etica, fiducia, dovere morale e ascolto hanno dominato la tavola rotonda a cui hanno partecipato Isabella Colombo (vice presidente Fimaa – Busto Arsizio), Francesco Scioli (vice presidente Fimaa – Saronno), Antonello Leccese (vice presidente Fimaa – Luino), Emanuele Cadei (consigliere Fimaa – Varese) e Andrea Limonta (consigliere Fimaa – Gallarate). Cinque testimonianze di agenti immobiliari che quotidianamente trattano il bene più importante nell’esistenza di una persona, la casa, con un alto livello di competenza e consapevolezza del proprio ruolo sociale.
Gli agenti immobiliari non sono più quelli che «ti aprivano la porta e ti facevano vedere quattro locali». Fanno molto di più: sono i garanti dell’intero processo di compravendita di un immobile, che richiede adempimenti tecnici complessi, indispensabili per dare un servizio di qualità. Ecco perché la formazione, secondo i vertici di Fimaa, è strategica nell’assunzione di un ruolo a capo della filiera immobiliare.
I corsi di alta formazione per agenti immobiliari introdotti ormai già da qualche anno da Fimaa in collaborazione con l‘università dell’Insubria continuano a dare i loro ottimi frutti. La facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma La Sapienza, sempre grazie a un’intesa con Fimaa Italia e Fimaa Roma, ha istituito un corso di laurea triennale in Diritto ed economia della proprietà immobiliare. Un modello virtuoso che potrebbe essere però cambiato dall’attuale Governo che vorrebbe invece introdurre un praticantato di dodici mesi alla fine del quale i candidati, dopo una verifica, potranno accedere alla professione.
A chiudere il 43mo congresso di Fimaa Varese, è stato il filosofo della scienza dell’università dell’Insubria Fabio Minazzi – del resto «la filosofia spicca il volo verso sera» – che ha ricordato ai presenti l’importanza di essere «sentinelle di civiltà» e di «incontrare un maestro». Un plauso ai Giovani pensatori e al loro coraggio «di aprirsi alla platea di un congresso in un modo così sincero».
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