La Biblioteca dell’Anna Frank di Varese: una storia di volontariato e passione che dura da vent’anni
Un nuovo anno di successi per la Biblioteca "Bruna Brambilla": volontari ottimisti per il futuro, in attesa di espandersi nei nuovi spazi. Come si è arrivati fin qui, ce lo raccontano loro
Piccola, ma con una grande prospettiva di crescita e un impegno costante nell’aprirsi sia all’interno che all’esterno. E’ la Biblioteca “Bruna Brambilla” di Varese, che da anni si distingue sul territorio per il suo sguardo a 360° e la volontà di farsi riconoscere come luogo di opportunità. Incastonata come un gioiello all’interno dell’Istituto Comprensivo Anna Frank di Varese, questa biblioteca si presenta come uno scrigno di conoscenza animato non solo dalla vasta raccolta di libri, ma anche dalla passione di coloro che, volontariamente, donano il loro tempo a questa straordinaria realtà.
L’idea di ampliare i confini della biblioteca al quartiere e alla città ha preso forma circa vent’anni fa, grazie alla volontà e all’impegno di Bruna Brambilla, all’epoca presidente dell’Associazione AUSER con sede nel quartiere Bustecche. Dopo due anni di riorganizzazione e valorizzazione del patrimonio esistente, la biblioteca è stata inaugurata nel 2006. E oggi, grazie agli sforzi di 23 volontari, molti dei quali ex insegnanti, la biblioteca continua a impegnarsi nel reiventarsi ed evolversi sia verso l’esterno che verso l’interno.
Fin dalle sue origini, la biblioteca Brambilla si è distinta come un unicum nella provincia, stringendo collaborazioni con associazioni locali e conducendo attività innovative sul territorio. Tra queste, l’adozione di sentieri, le visite della città in bicicletta, il confronto con artigiani e il contatto con gli anziani. Iniziative che oggi possono sembrare comuni, ma che all’epoca rappresentavano un approccio innovativo. Attualmente, i volontari AUSER si occupano della gestione, garantendo l’apertura dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, con un’apertura pomeridiana il mercoledì dalle 14 alle 17. Inoltre, la biblioteca fa parte del Sistema Bibliotecario Urbano di Varese dal 2010, consentendo agli utenti di accedere facilmente al patrimonio librario delle biblioteche comunali.
Intitolata a Bruna Brambilla nel 2012, la biblioteca ha compiuto un ulteriore salto di qualità nel 2018 con la digitalizzazione dell’offerta. La piattaforma digitale MLOL, infatti, consente a oltre 1.700 utenti di usufruire di servizi come prestito e-book, film, musica e una vasta edicola con quotidiani e riviste in 40 lingue diverse.
Con 1760 iscritti, la biblioteca gestisce oltre 1.200 prestiti annuali e si impegna attivamente nelle iniziative promosse dal corpo docente, con le insegnanti referenti Marzia Marangon e Linda Terziroli che spiccano per il loro impegno. Gli incontri con autori, le iniziative coinvolgenti con i ragazzi della scuola, il laboratorio di giornalismo e il gruppo di lettura permanente sono solo alcune delle attività che conferiscono alla biblioteca un ruolo di riferimento culturale nella comunità. Un impegno che abbraccia diverse realtà e tematiche, come dimostrato dall’evento di chiusura con Carlo Meazza, che ha visto la partecipazione di oltre 80 persone, e dalla mostra “Arte in Libertà”.
Nonostante i ritardi dovuti alla pandemia, la biblioteca “Bruna Brambilla” continua a guardare al futuro con entusiasmo. Una delibera di giunta del Comune di Varese garantisce che presto la biblioteca si trasferirà in locali tre volte più grandi, quelli sottostanti, oggi adibiti a centro cucina, aprendo così le porte a nuovi progetti e offrendo spazi di lettura per tutte le età. Un impegno che sarà supportato anche dalla scuola stessa, la quale cercherà di destinare fondi per questa preziosa realtà.
«Il bilancio di quest’anno è estremamente positivo, testimoniando un impegno sempre crescente. Speriamo in nuovi progetti e accogliamo con favore l’arrivo di nuovi volontari – dichiarano i volontari -. La partecipazione è alta, ora ci auguriamo che il nuovo spazio si concretizzi il prima possibile. Abbiamo tanti libri, ma abbiamo bisogno di spazio per “curarli”».
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