Luca Boldetti: “L’amministrazione deve lavorare affinchè Varese non diventi un paese”
L'intervento in consiglio comunale del capogruppo del Polo delle Libertà Luca Boldetti: "questa amministrazione deve occuparsi di più sulle cose quotidiane che impattano sulla vita dei cittadini, per non farla diventare un paese di provincia con 60mila abitanti"

Pubblichiamo integralmente l’intervento finale sul bilancio in consiglio comunale del capogruppo del Polo delle Libertà Luca Boldetti
Durante la presentazione del Bilancio di previsione 2024/2026 fatta dalla Giunta, mi hanno colpito alcuni passaggi su cui vorrei tornare.
Partiamo dalle entrate: l’assessore Buzzetti ha affermato che non ci saranno aumenti di tariffe, tasse e imposte. Dichiarazione già fatta lo scorso anno ma che avevamo smentito, dimostrando come vi fossero gli aumenti dell’imposta di soggiorno, della TARI e del Canone Unico Patrimoniale. Comprenderete, quindi, una certa diffidenza verso questa affermazione. Peraltro, se ci guardiamo indietro, dal 2016, quando questa amministrazione è entrata in carica, ad oggi, sono molto numerosi gli aumenti di tasse e tariffe effettuati. Nel 2017 sono state aumentate le tariffe medie dei servizi dell’infanzia, come hanno dimostrato le maggiori entrate registrate negli anni successivi. Sempre nel 2017 il Piano della sosta ha quasi raddoppiato gli introiti di AVT grazie alla triplicazione di stalli a pagamento e all’incremento delle tariffe orarie dei parcheggi, oltre al tentativo, bloccato dalla minoranza, di aumentare anche la Cosap. Nel 2018 è stata introdotta l’imposta di soggiorno, sulla quale peraltro ero favorevole, e negli anni a seguire sono state introdotte nuove tariffe a carico dei cittadini, penso a quella per il ritiro degli ingombranti, che fino ad allora era gratuito, o all’aumento del costo per gli impianti sportivi comunali. Come vedete, un susseguirsi di aumenti e balzelli a carico delle tasche dei varesini, interrotto dalla pandemia ma ripreso, come detto pocanzi, lo scorso anno. Diventa dunque difficile immaginarsi altri aumenti a carico di cittadini e imprese.
Tuttavia, da una lettura attenta del Bilancio di previsione, sembra esserci qualcosina anche nel 2024: il PEF relativo alla TARI non è stato ancora approvato, e così le tariffe del prossimo anno. Ma salta subito all’occhio lo stanziamento di oltre 16 milioni di euro di entrate dalla TARI nel 2024, quando lo stanziamento per il 2023 era di 14,6 milioni, aumentato a 15,3 milioni tramite una variazione la scorsa primavera. Cosa bolle in pentola, l’ennesimo aumento della TARI, per il terzo anno consecutivo? +5% nel 2022, come affermano i dati fornititi da UPEL, +6% nel 2023, come dichiarato anche dal sindaco Galimberti, ed ora sembrerebbe esserci un altro 5% in più. La Sangalli ci sta costando parecchio caro, pur non offrendo un servizio impeccabile.
Un altro dato che salta all’occhio, tra le entrate, è la diminuzione delle previsioni relative all’imposta di soggiorno: -8%. In Commissione abbiamo sentito entusiasmo in merito ai numeri sul turismo che porta indotto, diverso da quello “mordi e fuggi”. Come mai, allora, c’è una diminuzione delle entrate dai soggiorni in città? Forse qualcosa non sta funzionando, oppure gli aumenti dell’anno scorso hanno portato i turisti verso altre destinazioni limitrofe.
Passando alle spese ed agli investimenti, vorrei anzitutto soffermarmi sul più gravoso problema che affronta il nostro Paese ed anche la nostra città: il gelo demografico. Come sapete, ritengo che l’impegno di questa amministrazione sia insufficiente sul tema: non basta la misura che prevede la gratuità degli Asili nido comunali, perché si riferisce a pochi eletti. Su circa 180 bambini iscritti frequentanti, da cui sono esclusi quelli segnalati dai servizi sociali, solo il 40% beneficia di tale misura, poiché le restanti famiglie vedono la retta già coperta dall’INPS e da Regione Lombardia. In termini assoluti parliamo di circa 70 bambini in tutto il Comune che hanno la fortuna di aver trovato posto negli Asili nido comunali, mentre le famiglie che hanno fatto un’altra scelta sono totalmente dimenticate, e stiamo parlando di centinaia di famiglie. Le politiche familiari sono lacunose anche negli altri servizi per l’infanzia e non ve n’è traccia nella fiscalità locale o in altri settori dove qualcosa si potrebbe fare, ma finora non c’è stata la volontà. Eppure, i dati a nostra disposizione dovrebbero farci riflettere: pag. 16 del DUP, nel 2022 vi è un saldo della popolazione che segna meno 331, con un dato finale che si attesta a 78.400 abitanti residenti nel Comune. La popolazione under 30 è pari a quella over 65, circa 20.000 unità. Il tasso di natalità è inferiore dello 0,4% rispetto alla media nazionale. Con questo trend, la popolazione residente nel 2050 sarà di circa 60mila unità, di cui oltre un terzo sarà over 65.
Se non si prendono in seria considerazione questi dati e non si mettono in campo le conseguenti azioni politiche sul tema del lavoro per i giovani, delle politiche familiari e per sostenere la natalità, se non si interviene per rendere la città più bella, fruibile e attrattiva, difficilmente le opere faraoniche in corso saranno utili per il futuro di Varese. Penso che questa Amministrazione debba un po’ rivedere le sue priorità: non esistono solo il PNRR e le piste ciclabili (di cui per fortuna ne vengono stralciate dal Piano triennale delle Opere pubbliche, per chi non se ne fosse accorto), ma ci sono tanti problemi quotidiani che rendono Varese meno vivibile e meno capace di attrarre famiglie, lavoratori e imprese.
Gli emendamenti che ho presentato andavano in questa direzione: rendere la nostra città più attrattiva per i giovani, sia per chi vuole fare impresa sia per il tempo libero e lo sport, ma senza dimenticare i numerosi varesini in difficoltà, per i quali le tantissime realtà di volontariato e del Terzo Settore ci sono sempre, anche se con crescente difficoltà visto l’aumentare dei bisognosi, e che per questo vanno sostenute ancor di più, al pari degli oratori, che sono tra gli ultimi baluardi educativi della nostra società.
Vi è poi il tema della viabilità e della mobilità, tasti storicamente dolenti del nostro territorio, al pari di un’offerta di spazi per la sosta, soprattutto in centro, che le attuali politiche rendono totalmente inadeguata. Anche sulla manutenzione di strade e marciapiedi l’impegno è stato finora insufficiente, vedremo tra un anno se all’entusiasmo di ieri seguiranno i fatti. Infine, ho portato le mie proposte anche sul tema dell’ambiente, ed in particolare su azioni che possano attenuare gli effetti inevitabili dei cambiamenti climatici in corso: più che immaginare di poter risolvere noi il problema mentre Cina, India, Brasile, Stati Uniti ed altri continuano a inquinare il pianeta, dovremmo mettere in campo azioni per mitigare quei fenomeni naturali cui ormai dobbiamo abituarci, ma anche in questo caso, come in altri, non c’è stato il coraggio di assumersi responsabilità.
In conclusione credo che questa amministrazione debba occuparsi un po’ meno delle grandi opere, soprattutto se sono di altri, come l’intervento sull’ex Aermacchi o all’ex Enel o ancora alle Poste, e debba invece concentrarsi sulle cose quotidiane che impattano sulla vita dei cittadini e su una visione che possa garantire un futuro alla nostra città, per non farla diventare un paese di provincia con 60mila abitanti.
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