A Gallarate il fuoco della gioeubia scalda e allontana i mali dell’anno

Mille persone dentro al campo, secondo il piano di sicurezza. Una bella serata accompagnata da immancabile risotto

Il rogo della Giöbia di Gallarate

Il fuoco della gioeubia scalda Gallarate: in una serata non freddissima (4 gradi, dopo il segno meno nel termometro nei giorni scorsi) si è rinnovato il rito del falò propiziatorio, antica tradizione contadina che è anche momento di passaggio, al culmine della stagione fredda.

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Ad Arnate anche quest’anno tanti volontari – della parrocchia e della Pro Loco – si sono messi a disposizione per assicurare la festa. Gli ingredienti sono quelli di sempre: il risotto con la luganiga, il fantoccio, il falò, la voglia di stare insieme. Una città intera, per un giorno, superando i campanilismi tra quartieri (e in questo è bella la tradizione gallaratese di un’unica gioeubia) e ogni altra divisione. Un rito che sa sempre essere anche inclusivo, perché anche chi è arrivato da poco a Gallarate si ritrova invitato alla gioebia.

Il gran lavoro dei volontari ha assicurato che le fiamme si alzassero alte, nell’area allestita sul campo da calcio secondario dell’oratorio, secondo tutte le norme di sicurezza, che quest’anno hanno imposto anche – per la prima volta – il numero massimo di partecipanti, mille.

Il grande falò ad Arnate nel pomeriggio è stato anticipato da quello più piccolo allestito nel pomeriggio al Camelot: una tradizione del centro socio-sanitario, che valorizza così l’aspetto intergenerazionale, con anziani ospiti della Rsa, parenti, bambini e mamme della comunità per minori.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Gennaio 2024
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