Emanuele Arioli da Luino a Parigi per fare una scoperta sulla Tavola Rotonda di re Artù
Professore associato all'Universitè Polytechnique Hauts-de-France, storico, ma anche divulgatore e attore, Arioli ha scoperto l'esistenza di un romanzo che narra le gesta di Sègurant, cavaliere fino ad oggi sconosciuto della Tavola rotonda
Dieci anni di ricerche e 28 manoscritti “recuperati” nelle biblioteche di tutta Europa per ricostruire una storia che avrebbe potuto andare perduta per sempre o, forse, mai essere scoperta. Questo è quanto compiuto da Emanuele Arioli, 35enne di Luino trasferitosi a Parigi nel 2010 che, grazie alla sua sconfinata passione per il Medioevo, ha fatto una scoperta di notevole importanza dal punto di vista accademico: l’esistenza di un romanzo che narra le gesta di Sègurant – in italiano Segurano -, cavaliere della Tavola Rotonda di re Artù.
Una passione per i manoscritti medievali e la letteratura che ha radici nelle storie di Carlo Magno e dei suoi eroi, narrate con entusiasmo dal nonno materno, originario della Sicilia, tratte dal teatro dei pupi, il teatro tradizionale di marionette siciliane. «La mia prima passione per il Medioevo è nata così. Poi, nel 2008, come allievo alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ho iniziato a studiare i manoscritti medievali, una passione che non si è mai attenuata», racconta Arioli, figura eclettica molto apprezzata nel contesto parigino, dove vi si è trasferito 14 anni fa per il dottorato in studi medievali. Oggi, oltre ad essere professore associato all’Université Polytechnique Hauts-de-France, medievalista, storico e divulgatore, Arioli è anche un attore che ha recitato in serie TV e al cinema, affiancando Lèa Seydoux in “France”, presentato a Cannes nel 2021.
La scoperta di Segurano si è verificata mentre Emanuele consultava un antico manoscritto medievale intitolato “Le profezie di Merlino” nella biblioteca dell’Arsenal di Parigi, e non fu subito che si rese conto dell’importanza della scoperta appena fatta. «Occorre tempo per decifrare un manoscritto, ma ciò che mi ha colpito subito di quel manoscritto è che si interrompeva a metà di una frase. Le avventure di Segurano erano incomplete. Mi sono allora chiesto se fosse possibile trovare altrove gli episodi mancanti. La mia ricerca è iniziata così, e, in dieci anni, ho potuto riunire 28 manoscritti che mi hanno permesso di ricostituire questa storia che è stata un best-seller dal XIII al XV secolo, prima di essere dimenticata». Una ricerca sviluppata non con poche difficoltà, soprattutto perchè «i manoscritti medievali hanno titoli vaghi, o talvolta non hanno neppure un titolo, e conservano spesso diversi testi: ho dovuto consultare migliaia di manoscritti della leggenda di re Artù per trovare questi 28 manoscritti… e molti sono in parte bruciati o allo stato di frammenti».
Dopo una ardua ricerca, protratta per dieci anni, Emanuele Arioli è però riuscito a ricostruire le gesta di Segurano, che ha in seguito deciso di rendere accessibili al grande pubblico attraverso un romanzo, un fumetto e un libro. Perchè per Arioli il Medioevo può ancora parlare al mondo odierno: «Segurano si lancia in un’avventura incredibile, ma anche incomprensibile – prosegue Arioli -. Insegue un drago che è solo un’illusione e non potrà liberarsene se non grazie al santo Graal. Più che il Cavaliere del Drago è il Cavaliere senza Drago. E in questo risiede la sua modernità». Per certi versi, secondo Arioli Segurano è già un Don Chisciotte – tre secoli prima di lui – che insegue creature uscite dalla propria immaginazione. «Quanto al drago, racchiude molti significati e simboli, come un enigma che i lettori potranno proporsi di risolvere».
E rispetto al motivo per cui il Medioevo continua a suscitare così interesse, Arioli non ha dubbi: «Credo che questa scoperta abbia suscitato grande emozione, perché si tratta del nostro patrimonio letterario – in questo caso il più antico romanzo della Tavola Rotonda scritto in Italia (anche se in francese, lingua di prestigio internazionale all’epoca). È qualcosa che ci appartiene, che fa parte del nostro passato, della nostra cultura europea, e che affiora come per miracolo. Quanto al Medioevo, più in generale, ciò che ci affascina oggi è soprattutto il suo immaginario, fatto di magia, di draghi, di fate: credo che nella nostra epoca, soprattutto di fronte a tragici eventi, abbiamo bisogno di incantare nuovamente il mondo in cui viviamo».
Medievalista, professore, divulgatore e, come detto, anche attore: due mondi all’apparenza molto diversi, che in questi anni Emanuele ha cercato di “equilibrare”: «La difficoltà – al di là di conciliare le agende – è di essere sempre percepito come in bilico tra queste categorie professionali: nel mondo universitario sono il professore- attore, e nel mondo audiovisuale l’attore-medievalista. Ma è anche una soddisfazione poter far incontrare questi mondi: ricordo per esempio l’affetto e la presenza di studenti e colleghi universitari quando ero al Festival di Cannes nel 2021 per presentare il film France di Bruno Dumont, e, d’altro canto, ho sempre molto piacere quando i colleghi del mondo della televisione e del cinema si interessano alle mie ricerche» continua Arioli, raccontando che a maggio uscirà in Italia il fumetto “Il Cavaliere del Drago” (editore Saldapress), di cui è lo sceneggiatore e di cui l’illustratore è Emiliano Tanzillo.
«Poi, nel 2025, usciranno altri libri e un documentario. Questa volta sull’epopea di Carlomagno e dei suoi eroi, proprio quella che mio nonno materno mi raccontava. E usciranno anche fiction e serie» dice, aggiungendo che sì, «mi piacerebbe molto sviluppare la mia carriera in Italia, specialmente nell’ambito del cinema o delle serie: aspetto proposte».
L’ultima riflessione è dedicata alla “sua” Luino, luogo che lo riporta indietro, a ricordare con affetto alcuni dei suoi professori, come Gianfranco Gavianu, «che hanno sicuramente dato un primo impulso ai miei studi» conclude Arioli.
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