Il cammello di sfoglia e crema per il 6 gennaio: una tradizione tutta varesotta
Una tradizione di pasticceria che altrove è sconosciuta: esiste da decenni, forse da un secolo. Il bello? La conoscono in pochi e "il cammello" si mangia solo una volta l'anno
Passato Capodanno, nelle case del Varesotto già ci si prepara per un rito molto amato: «mangiare il cammello».
Il cammello in questione è il delizioso dolce a base di pasta sfoglia e crema, divenuto un classico per l’intera provincia di Varese e per la zona dell’Alto Milanese, intorno a Gallarate, Busto e Legnano. Una tradizione localissima, visto che già a Milano dire «abbiamo mangiato il cammello» fa strabuzzare gli occhi.
Le origini riportano indietro di un secolo o poco meno, in particolare alla zona vicino a Malpensa.
Perché il cammello abbia avuto così successo è un po’ un mistero, ma forse ci sono elementi che lo accomunano ad altri dolci tipici: da un lato aiutano a sentirsi parte di una comunità più o meno ristretta, dall’altro sono tutto sommato semplici da fare. Si possono assaporare in versione casalinga o acquistare in pasticceria.
L’importante è farlo per il 6 gennaio, per l’Epifania o la Befana che dir si voglia. Perché questo rende ancora più speciale il momento: siamo in (relativamente) pochi a conoscerlo e lo mangiamo solo una volta l’anno, per pochi giorni.
Perché la forma del cammello?
Il riferimento è tutto sommato ovvio: la forma del cammello evoca l’arrivo dei Magi che all’Epifania portano i tre doni a Gesù.
Una raffigurazione tradizionale, che è anche particolarmente radicata in Italia – attraverso il presepe – e in particolare anche a Milano, che custodirebbe nella basilica di Sant’Eustorgio le spoglie dei tre re venuti da Oriente.
La ricetta del cammello di pasta sfoglia e crema del Varesotto
Il vero cuore di questo dolce particolare è la pasta sfoglia modellata appunto in forma di cammello.
Gli ingredienti alla base dell’impasto sono semplici: burro, farina e acqua per il cammello. C’è poi da aggiungere lo zucchero semolato per fare la crosta caramellata. Si cuoce a a 180°C per 20/25 minuti.
Una volta preparato l’impasto a forma di cammello, si aggiunge la farcitura: di solito è in voga la versione con la crema pasticcera, ma c’è anche chi usa panna o cioccolato.
Da dove viene il cammello di sfoglia e crema?
È un bel mistero capire da dove venga questa tradizione. Sembrerebbe non essere antichissima: le testimonianze più datate (almeno: quelle che abbiamo fin qui raccolto) sembrano portare a un secolo fa, nel tempo.
Quanto al luogo di origine, ancora non si è appurato quale sia la prima origine di questo curioso dolce: le tracce sembrano portare all’area del Basso Varesotto, la zona intorno a Gallarate che un secolo fa era ancora conosciuta dai più come “Alto Milanese”.
In una storica pasticceria di Gallarate, aperta dal 1934, si facevano già negli anni Trenta-Quaranta.
Una curiosa traccia porta anche alle vicine Somma Lombardo e Sesto Calende, dove un pasticcere – attivo come dipendente già dagli anni Venti – fece realizzare anche stampi dedicati in legno e alluminio. Gli stampi furono costruiti grazie alle capacità di un fratello operaio dell’industria aeronautica della zona di Malpensa, che usava i due materiali, e sono ancora esistenti: una testimonianza concreta di una novità (allora) che è diventata oggi una tradizione.
A casa o in pasticceria
Grandi o piccoli, di sola semplice sfoglia o farciti, i “cammelli” si mangiano solo al 6 gennaio. Preparati dalle pasticcerie locali o anche in casa: mandateci le foto dei vostri cammelli!
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