Il consiglio regionale boccia la mozione dell’opposizione sul finanziamento alle cure dei disturbi alimentari
Il Presidente della commissione Welfare Monti spiega: "Tetso superato dalle misure assunte da Governo e Regione". Critici i consiglieri del PD: "La presa in carico non funziona"
Il consiglio regionale lombardo ha bocciato la mozione presentata dall’opposizione sul tema del finanziamento dei disturbi alimentari.
«La mozione sui fondi per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione discussa nella giornata odierna e proposta dall’opposizione si è dimostrata superata nei fatti, visti gli annunci importanti del Ministro Schillaci e dell’Assessore Bertolaso, che evidenziano un impegno significativo nella lotta contro i disturbi alimentari – spiega il Presidente della Commissione Welfare di Regione Lombardia, Emanuele Monti – E’ stata tuttavia l’occasione per ricordare l’impegno degli ultimi anni di Regione Lombardia e del Governo in questa direzione. Nell’ordine, il Ministro Schillaci ha annunciato che nel prossimo Decreto Milleproroghe verranno stanziati dieci milioni di euro per rifinanziare il Fondo contro i disturbi alimentari, che si aggiunge al finanziamento che arriverà a 200 milioni nel 2025 grazie all’inserimento nei LEA dal luglio scorso. L’Assessore Bertolaso ha invece comunicato che la Regione Lombardia si impegnerà a dare seguito ad una richiesta da me fatta nei giorni scorsi di incrementare le tariffe delle comunità terapeutiche almeno al pari delle altre regioni. Nel corso del 2024 con queste misure regionali raddoppierà l’impegno dei fondi sui disturbi della nutrizione arrivando a circa 6 milioni di euro».
Critica la reazione dei consigliere del Partito Democratico.
«Non è servito l’invito di Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd, a votare insieme, maggioranza e opposizione, la mozione sul ‘Fondo per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione’, come gesto in risposta alle associazioni che si sono ritrovate in piazza nei giorni scorsi. Avevamo chiesto di sollecitare il Governo a ripristinare il fondo, portato da 25 a 10 milioni di euro, e, a Regione Lombardia, di incrementare le risorse proprie. Non hanno voluto ascoltare noi, ma soprattutto il grido che si è alzato dalle piazze lombarde dove i ragazzi e le ragazze che soffrono di questi disturbi, assieme alle loro famiglie, si sono riuniti solo pochi giorni fa chiedendoci di andare loro incontro» ha commentato Pierfrancesco Majorino, assieme al consigliere Samuele Astuti che è intervenuto durante la discussione.
«Oggi sono migliaia i giovani che soffrono di disturbi alimentari che non riusciamo a prendere in carico perché i servizi non sono sufficienti e non sono in grado di intercettare i problemi – aveva esordito Astuti in Aula –. Ve ne sono di tre tipi: l’aspetto economico, la modalità di erogazione dei servizi, l’inserimento dei disturbi alimentari nei Lea. Sono gli atti che determinano la via, ma oggi abbiamo solo delle dichiarazioni, da parte del Ministro. E questo è grave perché le risorse, intanto, diminuiscono. Bene l’inversione di tendenza ipotizzata a parole, ma non è sufficiente».
Il vero snodo, però, è rappresentato, secondo Astuti e il Pd, non solo “da un inserimento pieno nei Lea”, ma soprattutto dai servizi: «I 15 centri lombardi sono assolutamente insufficienti. Abbiamo chiesto più volte di costruire la territorialità, di strutturarli in maniera differente, di inserire la multidisciplinarietà. I genitori fanno fatica a mettere insieme le varie figure professionali. Il nostro compito è impostare una filiera, un percorso, un processo, una vera presa in carico. Invece, pur essendoci la legge, non si riescono a spendere neanche i fondi che sono stati stanziati. E questo vuol dire che la presa in carico non funziona».
Il capogruppo si è detto, quindi, «rammaricato che la destra e la maggioranza non abbiano voluto sostenere la mozione» di cui, in Aula, ha riletto gli impegni.
«Non capisco come non si possa dare un segnale a queste persone tutti insieme. Eppure, nelle parole di Bertolaso sembrava di cogliere sfumature incoraggianti. Le associazioni scese in piazza non sono la mano armata delle opposizioni, ma persone che hanno raccontato le loro storie di vita e ci hanno chiesto di non lasciarle sole. Riconosciamo che Regione ha già fatto passi avanti, ma poteva dare un segnale per dimostrare che è disponibile a fare molto di più. Avrei voluto che tutti quanti avessimo messo al centro prima degli interessi di parte, i ragazzi e le ragazze che ci chiedono aiuto. Anche per confermare il primato del servizio pubblico ed evitare che le famiglie ricorrano ai privati, perché il pubblico non ce la fa ad andare loro incontro».
I CONSIGLIERI DI PATTO CIVICO ESPRIMONO SOLIDARIETÀ ALLE ASSOCIAZIONI IMPEGNATE NELLA LOTTA AL CONTRASTO DEI DISTURBI ALIMENTARI
I consiglieri Michela Palestra e Luca Paladini di Patto Civico esprimono totale solidarietà e ribadiscono la piena autonomia di azione delle organizzazioni impegnate nella lotta al contrasto dei disturbi alimentari: « Le dichiarazioni secondo cui le associazioni sarebbero state sobillate dall’opposizione dimostrano un totale disprezzo per la sensibilità e la serietà di una questione più che mai urgente, che coinvolge la salute mentale di numerosi cittadini. Oggi in aula consiliare siamo stati accusati di aver “seminato il panico, questo per aver chiesto, anche con una mozione, tra l’altro bocciata dalla stessa maggioranza nel consiglio del 16 gennaio, un impegno urgente sul territorio in merito alla grave situazione relativa ai disturbi del comportamento alimentare. Una risposta tremendamente offensiva per tutti coloro che continuano a soffrire, e in troppi casi, a morire di DCA, ma dimostrativa di quanto ancora una volta questa maggioranza appaia completamente distaccata dalla realtà. Tra le motivazioni della mancata erogazione dei fondi da parte del ministro Schillaci per il 2024 c’era stata la mancata spesa dei fondi messi a disposizione negli anni precedenti. Riferendo, nello specifico, che per gli anni 2022 e 2023 solo il 3% dei 25 milioni erogati in tutto sono stati utilizzati per lo scopo. Se questo è vero, su una simile voragine di impegno le regioni sono chiamate a rispondere. Regione Lombardia, e non certo le associazioni ingiustamente attaccate, ha ora la responsabilità di interventi concreti e visibili di prevenzione e assistenza. Come Patto Civico presidieremo i fondi destinati ai centri che si occupano della cura dei DCA, convinti che l’impegno futuro non potrà limitarsi al solo ripristino ma all’aumento dei sostegni, in proporzione alla crescita ponderale dell’emergenza».
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