Il lavoro silenzioso dei Cav per la natalità. A Busto Arsizio aiutate 38 gestanti nel 2023
L'associazione conta 55 centri in tutta la Lombardia. In città il profilo della mamma tipo è straniera, giovane e preoccupata per questioni economiche
Tornano le primule del Cav – Centro Aiuto alla Vita – davanti alle chiese di Busto Arsizio e Valle Olona per sostenere le attività dell’associazione che da anni si occupa di assistenza alle mamme che scelgono di portare avanti la gravidanza anche se in difficoltà. Si potranno acquistare sabato 3 e domenica 4 febbraio ai banchetti.
Questa mattina, come da diversi anni a questa parte, sono stati presentati da Marina Passoni, consigliera del direttivo, e Giovanna Bizzarri, vice-presidente, i dati dell’attività del Centro Aiuto alla Vita di Busto Arsizio. Nel 2023 sono state offerte prestazioni a 55 mamme: sostegno morale e psicologico, alloggio in casa di accoglienza, assistenza sociale, assistenza legale, mediazione con genitori o partner, aiuti in natura, aiuti in denaro, aiuto personalizzato alla maternità (progetto Nasco Cav). Il Cav ha consegnato in un anno 200 confezioni di latte, 1000 pacchi di pannolini, 40 corredini e 30 buoni spesa.
Spiegano le responsabili, infatti, che la maggior parte sono donne straniere in difficoltà dal punto di vista economico. 38 le nuove gestanti presentatesi allo sportello, sei di loro erano incerte o intenzionate a non proseguire la gravidanza.
«Particolare il caso di una giovane donna italiana ha incontrato una nostra volontaria e si è confidata dicendo che aspettava il quarto figlio. Lamentava il problema della mancanza di sostegno sociale e famigliare. Si è affidata e si è fatta aiutare dalla volontaria in piccole cose della vita di tutti i giorni. Il bimbo è nato a dicembre» – racconta Giovanna Bizzarri.
Il Cav segnala un aumento della percentuale di donne che scelgono l’aborto attraverso la pillola RU486: «Sono circa il 60% del totale. Si tratta di donne che non riusciamo nemmeno ad incontrare negli sportelli che abbiamo in ospedale».
Quest’anno è stata presentata anche la raccolta dei dati 2022 a livello regionale, curata dalla dr.ssa Donata Magnoni, pediatra e responsabile dati CAV per Feder Vita Lombardia, nonché responsabile del CAV di Varese. Il quadro presentato rappresenta una parte di quello che hanno fatto le associazioni operanti in Lombardia (55 Centri di Aiuto alla Vita, 5 CAV-MpV, 2 Case di Accoglienza, 13 MpV, ai quali si aggiungono 60 sedi distaccate di cui 24 Punti di Ascolto ospedalieri).
Con oltre 1200 volontari e 3854 soci sono stati 1805 i bambini aiutati a nascere, 5213 le donne assistite (di cui 2655 gestanti): l’89,8% delle donne assistite sono migranti o rifugiate. I bambini aiutati a nascere dall’inizio dell’attività dei centri (che ovviamente varia) sono 62327.
Il professor Enrico Maria Tacchi, infine, ha annunciato l’appuntamento previsto per domani sera (mercoledì) alle 20.45: «Si terrà un incontro nell’aula suor Bianca dell’ospedale di Busto con Benedetta Foà, psicologa e psicoterapeuta che si occupa delle conseguenze dell’aborto. Il tema della scelta non è contrapposta a quello della vita: purché sia libera, informata e consapevole».
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