La grande nevicata del 1985, che bloccò Milano e il Varesotto
Tra il 13 e il 17 gennaio un episodio divenuto parte della memoria collettiva. Ci furono accumuli record, oltre due metri a Varese, 160 cm in Valganna 70 cm a Milano. I ricordi tra disagi, giorni senza scuola, primi soldi guadagnati spalando
Sono passati trentanove anni, ma quell’episodio rimane nella mente di chiunque ci fosse allora, adulti o bambini: il gennaio iniziava la “nevicata dell’Ottantacinque”, un pezzo di storia collettiva.
Tra il 13 ed il 17 gennaio una depressione centrata sul Mar di Corsica provocò nevicate copiose con accumuli record nel Nord Italia: 122 centimetri a Varese, fino a 160 cm in Valganna, 110 a Como, 70 cm a Milano, dopo quattro giorni e tre notti di nevicata.
E ancora 20 centimetri a Genova, 30 a Venezia, 40 a Padova e Treviso, 50 a Udine e Vicenza, 60 in Piemonte a Biella, 80 a Bologna. A Trento si arrivò a 150 centimetri.
Al primo giorno qualcuno tentò di andare al lavoro o all’università.
Anche tra i lettori di VareseNews molti raccontano di spedizioni tragicomiche verso Milano, magari per una lezione universitaria, salvo poi scoprire che l’Università era già chiusa.
Al secondo giorno la paralisi iniziò a diventare generalizzata, mentre si moltiplicavano i problemi, tra ritardi delle ambulanze e crolli di tetti carichi di neve (a Cairate, a Gorla, a Fagnano, a Origgio), a Milano tram ormai bloccati in strada, lontani dai depositi.
Il culmine dei disagi – che molti ricordano fu il crollo il 17 gennaio del tetto del palazzetto dello sport di San Siro, costruito soltanto nove anni prima, messo in crisi dall’acqua sparata sulla copertura, che – una volta gelata – intasò gli scarichi di gronda e fece collassare il tetto sotto il peso di 800 tonnellate di neve.
Il governo mobilitò l’Esercito, battaglioni di soldati di leva (tra cui i bersaglieri del “Governolo” di Legnano) ma pure i mezzi meccanizzati, i cingolati M113.
Non bastavano gli spalatori, che pure furono arruolati a migliaia, tanto che numerosi lettori ricordano ancora i soldi guadagnati nei vari paesi e cittadine per quei giorni di lavoro.
Di tanto in tanto l’anniversario sollecita la ricomparsa di foto e video, che restituiscono l’immagine di quell’inedito scenario da Siberia.
Tra disagi e un po’ (tanta) nostalgia, a distanza di anni compaiono anche racconti molto curiosi, come quello di Enrica, di Caronno Pertusella, che si sposò il 19 gennaio 1985: «Una ruspa ha fatto la neve sul piazzale della chiesa».
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