“Le cooperative drogano il sistema: bene ha fatto l’assessore Bertolaso a vietarle negli ospedali”
Cristina Mascheroni, Presidente AAROI EMAC commenta con favore la decisione dell'assessore di porre fine al sistema dei gettonisti e sulla fuga dei giovani dalle specialità indica alcune azioni da attuare

«Ben venga la delibera dell’assessore Bertolaso che pone fine al meccanismo delle cooperative negli ospedali». Cristina Mascheroni, Presidente di AROI EMAC Lombardia, la sigla sindacale che rappresenta anestesisti e rianimatori oltre ai medici di medicina d’emergenza e urgenza, è assolutamente favorevole alla svolta della Regione Lombardia che per prima hai deciso di mettere fine al ricorso ai medici gettonisti attraverso le cooperative: «Sia ben chiaro. Non ho nulla contro questi professionisti ma contro il modo in cui entrano nelle equipe, senza integrarsi, senza conoscere le procedure che sono quelle che garantiscono il risultato. Inoltre, sfuggono ai controlli sugli orari previsti dalle normative europee che salvaguardano il benessere del medico e, quindi, del paziente».
“IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE VIZIA LA REGOLA DEI CONCORSI PUBBLICI PER ENTRARE NEL SSN”
La dottoressa Mascheroni pone, inoltre, una questione di legittimità: «Negli ospedali pubblici si entra per concorso. Questo sistema introduce un sistema alternativo che va a pesare, oltretutto, non sulla voce del personale, che è ancora blindata per la regola del tetto di spesa risalente al 2004, ma su quella di beni e servizi. Questi sono contratti che prevedono una quota per la cooperativa così al medico rimane una fetta minore. Alcuni contratti con i gettonisti, inoltre, pongono clausole capestro e restrittive che blindano il professionista. Per questo siamo ben felici che l’assessore Bertolaso abbia deciso di agire, anticipando quello che avverrà su tutto il territorio nazionale».
“MOLTI GETTONISTI ARRIVANO DA FUORI REGIONE: POTREBBERO NON ADERIRE AL BANDO”
Rimane aperta la scommessa dei tempi per garantire personale a tutti entro la fine di gennaio: « È un rischio che andava preso. Magari questo primo bando non risolverà tutti i problemi, ma se mancheranno alternative, progressivamente i gettonisti dovranno aderire alle regole regionali. La criticità è che molti di questi medici delle cooperative arrivano da altre regioni, si fermano in Lombardia pochi giorni alla settimana e rientrano nei propri luoghi di residenza: questi specialisti potrebbero non essere interessati ad aderire al bando che imporrebbe loro di trasferirsi. Ma, come dicevo, è solo questione di tempo poi tutto il sistema lavorerà così ».
“RETRIBUZIONI MIGLIORI E UN WELFARE CHE GARANTISCA LA QUALITÀ DELLA VITA”
Al di là della battaglia contro le cooperative c’è il tema dell’attrattività di quelle specialità che proprio AAROI Emac rappresenta: « Sicuramente vanno portati dei cambiamenti. A iniziare dalle retribuzioni. Se si vuole riconquistare chi ha deciso di uscire dal SSN, occorre lavorare su offerte migliori sia economiche sia di qualità della vita. L’ultimo contratto che abbiamo sottoscritto va proprio in quella direzione ma sarà con il prossimo, del biennio 2022-2024, che ci impegneremo per garantire offerte migliori ai medici anche di welfare. I fondi ci sono nonostante l’ultima finanziaria non abbia avuto il coraggio di togliere quel tetto di spesa per il personale che sta penalizzando il sistema sanitario. Togliere le cooperative che drogano il sistema è già un passo avanti. Lavorare come gettonisti ha vantaggi ma anche una serie di limiti tra spese e mancate tutele che, invece, il SSN offre. Anche la libertà, dunque, ha un costo che, alla lunga, pesa».
“PROGRESSIONI DI CARRIERA O PERIODI FORMATIVI ALL’ESTERO PER RICONQUISTARE I GIOVANI”
Rimane il problema dell’attrattività di queste specialità: « È un tema centrale. Si deve ritornare ad offrire ai nostri giovani possibilità di fare carriera, di andare all’estero per fare esperienze professionalizzanti. Oggi chi entra in ospedale non può fare stage all’estero per motivi di carenza di organico. Dopo 5 anni di anzianità, il medico specialista si trova nella stessa posizione di quando ha iniziato. Così dopo 10 anni. E questo deprime. Dobbiamo puntare su sistemi premianti, occasioni di crescita e di valorizzazione del bagaglio culturale e professionale acquisito. Nell’ultimo contratto abbiamo previsto il sistema degli incarichi ma, come sindacato, dobbiamo fare di più. È una battaglia importante per la tutela della qualità della vita, per il welfare e per la progressione di carriera. Così i nostri giovani potranno contare su incentivi veri. Gli spazi per portare questi miglioramenti ci sono e come sindacato ci impegneremo a ottenere condizioni vantaggiose».
LE ALTRE PUNTATE DELL’INCHIESTA
LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE DI FADOI PROFESSOR FRANCESCO DENTALI
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