Per gli scontri dopo Varese – Fortitudo due ultras patteggiano, in 13 chiedono la “messa alla prova“
I fatti contestati risalgono al 24 aprile del 2022: i tafferugli costarono agli attuali imputati 15 daspo emessi dal questore. Udienza aggiornata a marzo
Petardi, cinturate e colpi di bastone contro le forze dell’ordine fuori dal palazzetto di Varese: era il 24 aprile 2022, alla fine della partita di basket Pallacanestro Varese – Fortitudo Bologna. Oggi in tribunale a Varese si è svolta l’udienza a carico dei 15 imputati, ultras varesini, la maggior parte dei quali ha chiesto la “messa alla prova“.
Si tratta di un istituto della procedura penale la cui applicazione può venir richiesta solo una volta dall’imputato e consiste nella sospensione del procedimento penale per reati di minore allarme sociale, condizionata ad un percorso di risocializzazione. Nel caso degli imputati per gli scontri – in tutto 13 – oltre al percorso è prevista anche una somma a titolo di indennizzo da rifondere alle componenti delle forze dell’ordine che sono state attaccate e che hanno segnato fra gli organici alcuni contusi durante gli scontri.
L’udienza di martedì al giudice monocratico di Varese è servita per fare il punto sul porcedimento: 13 degli imputati ha dunque chiesto la “map”, e 2 sono le richieste di patteggiamento, come ha spiegato il legale di alcuni degli imputati, l’avvocato Marco Bianchi.
Il processo però ha avuto un rinvio, dal momento che per completare le procedure di messa alla prova condizionate da variabili somme di risarcimento proposte alle tre differenti componenti delle forze dell’ordine che sono state coinvolte nei tafferugli: agenti della questura di Milano, della questura di Varese, e dei reparti Mobili dei carabinieri che hanno avuto a che fare coi facinorosi; due delle componenti delle forze dell’ordine hanno già quantificato la somma da richiedere a ciascuno degli imputati, mentre per l’ultimo ente – quello dell’Arma – manca ancora una specifica quantificazione (che si aggira attorno agli 800 euro per ciascun ente, oltre a 200 auro per ogni agente parte offesa).
Quei fatti costarono agli allora indagati 15 daspo emessi dal questore di Varese e la denuncia per “resistenza a pubblico ufficiale“. L’udienza è stata aggiornata a marzo.
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