Per sant’Ilario si disfa l’albero di Natale e ci si fidanza, grazie ai social Marnate riscopre le tradizioni del passato
Grazie al gruppo Facebook “Sei di Marnate se..”, in occasione della festività di sant’Ilario, in tanti hanno ricordato vecchie tradizioni legate a questa festa, dai dolci che si mangiavano, all’usanza di disfare l’albero non prima del 13 gennaio, fino ai fidanzamenti in casa in questa data. Un tuffo amarcord nella Marnate in bianco e nero
Social demonizzati e analizzati, capri espiatori e risorse: il dibattito sulle piattaforme online e il loro utilizzo non accenna a diminuire, né lo farà in futuro.
Un esempio virtuoso e una lezione di netiquette sull’utilizzo dei social network è arrivata da Marnate, dove, ormai da anni, il gruppo Facebook “Sei di Marnate se..” propone contenuti interessanti e divertenti. Il merito è dei moderatori del gruppo, attenti a non alimentare polemiche, a richiamare gli iscritti a regole ben precise di rispetto reciproco e capaci – come in questo caso – di dare il via a dibattiti animati e appassionanti, capaci di coinvolgere vecchie e nuove generazioni di marnatesi.
Uno scambio dal gusto amarcord è infatti avvenuto durante il passato weekend quando, in occasione della festa del santo Patrono, sant’Ilario, è iniziato un viaggio nostalgico all’insegna delle tradizioni del passato e di tutti i rituali che hanno da sempre caratterizzato il 13 gennaio.
L’albero di Natale si disfa per sant’Ilario
Prima fra tutte, la tradizione di disfare l’albero proprio in questa data di gennaio, confermata dagli utenti più maturi e – da ciò che è emerso – già diventata una prassi anche per i più giovani.
«Speriamo che in tanti leggano questo post – ha scritto Monica Rossini– così la piantano di dirmi “Come mai non hai ancora disfatto l’albero?” Alla mia risposta che la tradizione dice il 13 mi guardano come se fossi uno jeti», commento seguito dalle foto di una serie di alberi natalizi degli altri utenti in attesa di essere rimessi in cantina.
Il Chiscò e la Mamuia: i dolci della tradizione
Oltre a questo, tanti aneddoti su usanze mangerecce che raccoglievano i marnatesi decenni e decenni fa, ricordati con nostalgia da numerosi cittadini.
Dalla discussione emerge come per sant’Ilario si mangiassero il “Chiscò” (una sorta di focaccia dolce fatta con 3 farine diverse, fichi, uvetta e mele) e la “Mamuia”.
E’ Roberta Volontè a spiegare nel dettaglio ai più curiosi le origini di questo dolce: «In italiano si chiama “tiramolla” o anche “tirapicio” (nome con influenze dialettali bresciane). E’ un tipico dolce da fiera in voga dagli anni Sessanta. I venditori versavano su un bancone di metallo lo zucchero, il miele e la melassa. Impastavano gli ingredienti fino ad ottenere una matassa densa, si sputavano sulle mani (sì, anche in pubblico, non si formalizzavano molto) e attaccavano la matassa elastica a un gancio fisso. Tiravano poi la matassa quasi un metro, quindi la arrotolavano su se stessa, la riallungavano e di nuovo la arrotolavano. Alla fine tagliavano questa striscia dolce in tanti bastoncini ritorti per poi farla indurire definitivamente».
Un’immagine della “Mamuia”, che i marnatesi erano soliti gustare per la festa di sant’IlarioDolci, dunque, ma anche la tradizione delle castagne, fulcro di momenti di festa e divertimento: «Alla sera il venditore di castagne si recava al “Circolino” e metteva in palio l’avanzo della giornata in una sorta di tombola chiamata “Tri ball al 90”. In pratica chi arrivava a 90 con 3 estrazioni si aggiudicava la vincita».
“Noi ci sposiamo”, il 13 gennaio si annunciavano i fidanzamenti
Piccoli aneddoti capaci di ravvivare la discussione sui social, colorita di nostalgia e dettagli di una Marnate in bianco e nero, nel cuore di tanti, ma resa meno distante grazie alla riappropriazione dei ricordi.
Rituali natalizi, dolci tipici, ma anche questioni amorose. E’ Gloria Grimoldi a rispolverare l’usanza delle coppie di innamorati residenti a Marnate di annunciare il fidanzamento proprio il 13 gennaio, confermando di aver rispettato il dettame anche in prima persona. «Io e mio marito Fabrizio annunciammo la data del matrimonio proprio il giorno di sant’Ilario», scatenando stupore fra i più giovani e sorrisi. Un rituale fra fede e superstizione, per chiedere forse la protezione del Patrono?
La data di metà gennaio dedicata al Santo che troneggia dalla piazza centrale del paese sembra aver contraddistinto la vita del passato e quella del presente di chi risiede nel paesino della valle Olona.
Ed è un altro marnatese, Gianfermo Porro, a proporre una foto storica della statua, che adesso è sistemata in modo che guardi la chiesa, mentre in passato era “girata” con lo sguardo rivolto a via Varese, in direzione dei campi che allora occupavano il territorio verso la vicina Gorla Minore.
La foto pubblicata da Porro in cui si vede la statua del Santo rivolta verso via Varese, prima dello spostamento degli anni ’90All’inizio degli anni ’90, il Comune accolse la richiesta della Parrocchia di girare la statua verso la chiesa. Un altro particolare interessante riemerso grazie alla discussione sul gruppo Facebook.
Un applauso dunque a Luca Calamari e Michela Terzi, alle redini di “Sei di Marnate se..” per aver permesso questo tuffo nel passato, esempio di un uso consapevole e positivo dei social.
I festeggiamenti del gennaio 2024 per il Santo Patrono
Intanto Marnate festeggiava il Santo Patrono con momenti di preghiera, incontro e con un evento partecipato e apprezzato dai marnatesi: l’esibizione del Coro Sinfonico e l’Orchestra dell’Accademia Amadeus diretti dal M° Marco Raimondi, che hanno presentato il concerto con il meglio della musica barocca di Antonio Vivaldi.
Il concerto dedicato a Sant’ilario, foto di Mattia BonfantiUn 13 gennaio ricco di emozioni, dunque, per la piccola Marnate e i suoi abitanti, con musica e pagine ingiallite da sfogliare.
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