Tagli della Regione Lombardia dei contributi per i disabili gravi e gravissimi, Astuti: “Una vergogna inaccettabile”
Secondo le opposizioni con la delibera approvata il 28 dicembre, persone con disabilità assistite dal caregiver familiare vedranno ridursi l'attuale sussidio da 650 a 400 euro mensili
La Regione Lombardia taglia il contributo economico destinato ai caregiver famigliari per l’assistenza domiciliare alle persone con gravissima disabilità.
È questo l’esito di una delibera, approvata il 28 dicembre dalla Giunta regionale, che recepisce in parte quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza (Pnna) 2022-2024 che prevede nei prossimi anni, tra le varie cose, la progressiva conversione dei sostegni offerti come contributi economici (forma indiretta) in servizi erogati (forma diretta).
Una “manovrina” arrivata sul finale del 2023 che ha sorpreso le molte associazioni che si occupano di disabilità e di tutela dei caregevir, ovvero di quelle persone che forniscono assistenza e cura a familiari incapaci di provvedere a se stessi.
Va detto però che il Pnna prevede anche che le Regioni possano aggiungere di tasca propria ulteriori fondi necessari a coprire le esigenze dei rispettivi territori. Nei giorni scorsi l’Assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità, Elena Lucchini aveva smentito i tagli, spiegando che in realtà il Piano nazionale per la non autosufficienza, approvato nell’ottobre del 2022, impone alle Regioni l’obbligo di aumentare la quota di risorse destinate ai servizi, raggiungendo per la Lombardia nel 2024 il 15% dei fondi provenienti dallo Stato. L’Assessore ha sottolineato che la Regione ha previsto un aumento complessivo delle risorse rispetto all’anno precedente per migliorare i servizi sul territorio.
Secondo le stime di Aisla, l’associazione che si occupa di malati colpiti da sclerosi multipla, a causa di questa delibera, dal giugno 2024, persone con disabilità gravissima assistite dal caregiver familiare vedranno ridursi l’attuale sussidio da 650 a 400 euro mensili, mentre quelle in una condizione di dipendenza vitale da 900 a 700 euro al mese. «I tagli vengono motivati sostenendo un aumento dell’offerta di servizi sociali integrativi dei Comuni previsto dal nuovo Piano Nazionale sulle non autosufficienze. Piano da finanziare, appunto, con la diminuzione dei contributi economici diretti – ha detto Lisa Noja, capogruppo di Italia viva-Azione in Regione Lombardia, componente delle commissioni sanità e politiche sociali -. Una bella mozione di intenti sulla carta, totalmente distaccata dalla realtà, posto che è assolutamente impossibile che, con così poche risorse e in così poco tempo, sia fattibile questa sostituzione. Il risultato, in realtà, sarà semplicemente una diminuzione di quel poco, e assolutamente insufficiente aiuto ricevuto da persone con disabilità molto grave».
«Una vergogna inaccettabile» commenta invece il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti.
«Con questo provvedimento- attacca Astuti- come stanno denunciando le associazioni, moltissime persone con disabilità gravissima assistite solo dai famigliari si vedranno tagliare il sussidio da 650 a 400 euro al mese. Tagli pesanti dunque che, malgrado le astratte rassicurazioni sulla carta che cerca di dare il centro destra, peseranno seriamente su chi già vive una condizione di grave fragilità . Chi non può fare a meno di un sostegno costante viene duramente colpito, con buona pace della tanto sbandierata attenzione per la famiglia. Noi ci batteremo per rimediare a questo iniquo provvedimento, così come ci siamo battuti contro i tagli alle politiche sociali compiuti nel bilancio regionale approvato appena prima di Natale».
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