Varese
“Varese autarchica e imperiale”, com’era la città al tempo del fascismo
Un incontro a cura di Enzo Laforgia per scoprire come Varese visse il clima di eccitazione per la Guerra d’Etiopia e la propaganda per l’autarchia
Un salto nella storia per scoprire come i varesini di allora vissero attraverso il periodo della Guerra d’Etiopia e dell’autarchia durante il regime fascista. L’incontro organizzato dal Centro di Ricerca per le Storie locali e a cura dell’assessore Enzo Laforgia è in programma per mercoledì 24 gennaio alle 16.30 a Villa Toeplitz a Varese. La conferenza si può seguire anche online a questo link.
Il 23 marzo del 1936, Mussolini annunciò ufficialmente l’avvio della campagna per l’autarchia economica. Fu questa la risposta alle sanzioni imposte al nostro Paese dalla Società delle Nazioni, a seguito dell’invasione dell’Etiopia. L’Italia, da quel momento in avanti, avrebbe dovuto «far da sé», «bastare a se stessa», per resistere al cosiddetto «assedio economico». In poche parole, tutti avrebbero dovuto consumare meno e consumare solo prodotti italiani. La campagna autarchica durò ben oltre la fine della guerra in Africa Orientale (9 maggio 1936), con ricadute sulla lingua e sul costume. L’intervento intende verificare in che modo Varese rispose al generale clima di eccitazione per la Guerra d’Etiopia e alla propaganda per l’autarchia.
L’incontro inaugura il nuovo ciclo di eventi “L’unità del sapere” promosso dal Centro di Ricerca per le Storie locali. «L’interazione tra modi differenti e spesso opposti di vedere e descrivere il mondo – spiegano gli organizzatori – può rappresentare, se non la via d’uscita, almeno l’ampliamento del nostro orizzonte d’attesa: una formula che alimenti la complessità, non un percorso semplificato per eludere i confronti e la loro necessità, mai come oggi fondamentali, per una convivenza civile che avvertiamo sempre più fragile e compromessa».
«Il Centro internazionale di Ricerca per le Storie locali e le Diversità culturali – aggiungono – continua, dopo il successo dello scorso anno, le sue attività in presenza, proponendo a cittadini, studenti e appassionati una nuova serie di incontri dedicata appunto all’unità del sapere. Al centro si collocano questioni cruciali che intrecciano la local history alla grande storia: discipline diverse esplorate nelle loro ragioni fondative, che nell’incontro e nel dialogo rivelano potenzialità inattese, qualche volta in grado di farci ripensare anche il modo che abbiamo scelto per collocarci nel mondo».