A Varese 3 ispettori per 60mila aziende. La battaglia contro gli infortuni sul lavoro è persa in partenza

Parlano i lavoratori dell'Ispettorato territoriale del lavoro: "Siamo ridotti al lumicino. Una carenza cronica di personale che va avanti da decenni. Così non si può garantire un servizio. Varese è ormai un caso nazionale"

Domenico Guglielmo, Caterina Cazzato, Antonia Calarco e Maria Carmen Gatti escono dalla sede dell’Ispettorato territoriale del lavoro di via Silvestro Sanvito per unirsi al presidio dei lavoratori indetto da Cgil e Uil.  Il loro è un gesto importante non solo perché sono delegati sindacali, rls e rsu dell’ispettorato di Varese, ma perché prima di tutto sono lavoratori che esprimono solidarietà ad altri lavoratori, in quanto chiamati a contrastare un fenomeno che in Italia ha ormai i numeri di una guerra.
Secondo i dati Inail, gli infortuni sul lavoro denunciati nel 2023 sono stati 585356, di cui 109849 in Lombardia e 9.265  nel Varesotto. Lo scorso anno i morti sul lavoro in Italia sono stati 1041, di cui 172 in Lombardia e 13 in provincia di Varese. I settori più esposti agli infortuni sul lavoro sono l’edilizia, le attività manifatturiere e i trasporti. Numeri a dir poco spaventosi.

UNA GUERRA PERSA IN PARTENZA
Se è vero che le regole camminano sulle gambe delle persone, quelle da applicare in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, considerata la scarsa presenza di ispettori, fanno pochissima strada. «Noi siamo pronti a fare la nostra parte – spiega Domenico Guglielmo, ispettore del lavoro e delegato Fp Cgil presso l’Ispettorato del lavoro di Varese – ma viviamo una situazione difficile. Pur facendo centinaia di ispezioni l’anno abbiamo una pressione notevole dovuta a una carenza di personale così forte che Varese rappresenta ormai un caso nazionale. Con il blocco del turnover prima, il blocco dei pensionamenti dopo, uniti agli scarsi risultati dei reclutamenti con i concorsi, siamo ormai ridotti al lumicino come numero di ispettori».

L’ISPETTORATO DEL LAVORO NON PUÒ GARANTIRE UN SERVIZIO
I dati sono impietosi: la carenza di personale all’Ispettorato del lavoro della provincia di Varese sfiora come organico complessivo il 70%. Se poi si guarda al personale tecnico, cioè quelli che svolgono effettivamente le ispezioni nei cantieri e nelle aziende la carenza complessiva supera l’80%. «Con questi numeri in un territorio che ha 58mila aziende attive e 380mila lavoratori occupati – continua Guglielmo – non possiamo garantire un servizio efficace e di qualità al massimo delle nostre possibilità».

SOLO TRE ISPETTORI DEDICATI ALLA SICUREZZA
Un altro aspetto evidenziato dai lavoratori dell’Ispettorato del lavoro è che molti ispettori anziché essere sul campo per i controlli nelle aziende, sono utilizzati per smaltire pratiche burocratiche.
Caterina Cazzato lavora all’Ispettorato di Varese da 25 anni, un arco di tempo notevole durante il quale la mancanza di personale sufficiente a garantire un servizio degno di questo nome ha assunto i caratteri definitivi della cronicità.  «Attualmente – ha sottolineato la delegata della Uilpa presso l’Ispettorato del lavoro – gli ispettori dedicati alla sicurezza sono solo tre e sono di nuova nomina. Sono affiancati da cinque carabinieri del nucleo che però svolgono anche alti tipi di incarichi, mentre i nostri ispettori sono preparati e dedicati solo a questo tipo di attività. Lavoro a Varese da 25 anni e quando sono arrivata c’era solo un ispettore dedicato che si occupava prevalentemente di ascensori e montacarichi. Per circa dieci anni è rimasta una sola persona. Se è dunque importante ribadire che l’Ispettorato del lavoro rappresenta il primo presidio a tutela della vita del lavoratore, è altrettanto importante dire che stiamo combattendo una guerra senza armi».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 22 Febbraio 2024
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