A Varese il giorno del ricordo si celebra nel giardino dedicato agli esuli istriani, giuliani e dalmati
La commemorazione, come ogni anno, ha visto la presenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, i saluti del sindaco di Varese Davide Galimberti e una prolusione dell'assessore e storico Enzo Laforgia
Giovedì 10 febbraio è il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe e in ricordo del “grande esodo” degli italiani da Istria, Fiume e Dalmazia e tra le celebrazioni previste a Varese c’è una cerimonia ormai diventata tradizionale e che quest’anno si è svolta nella mattina di mercoledì 14 febbraio: la celebrazione presso il Giardino degli Istriani, Giuliani e Dalmati, che è stato istituito diversi anni fa in via Pista Vecchia, nel quartiere di Masnago.
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Una commemorazione ogni anno molto intensa, cui partecipa il sindaco di Varese, Davide Galimberti – quest’anno insieme a ben 4 assessori: il vicesindaco e assessore alle attività produttive Ivana Perusin, l’assessora all’Istruzione Rossella Dimaggio, l’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari e l’assessore alla cultura Enzo Laforgia – il prefetto Salvatore Pasquariello, il questore Michele Morelli, i consiglieri provinciali Simone Longhini e Michele Di Toro, il consigliere regionale Samuele Astuti. A presiedere la cerimonia, il Presidente del Comitato Provinciale di Varese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Pier Maria Morresi, che l’ha condotta con l’aiuto della consigliera dell’associazione Renata Pitamitz. Tra i presenti, anche il dirigente dell’Ufficio scolastico Provinciale Giuseppe Carcano.
Dopo di lui, ha ricordato il valore di questa giornata e del ricordo dei fatti avvenuti con una prolusione l’Assessore alla Cultura Enzo Laforgia, storico e collaboratore da anni con l’associazione: che ha sostenuto come sia ormai necessario non solo chiedere scusa per le foibe, ma anche per il trattamento che gli esuli hanno avuto al loro arrivo in Italia, definiti “slavi” e mal voluti dovunque andassero: «Ho trovato, seguendo alcuni studi fatti all’archivio di Stato a varese, dei carteggi tra la Prefettura e i sindaci della zona: la prefettura cercava di collocare nei comuni alcuni profughi e molte delle lettere dei sindaci erano dello stesso tenore “Non li vogliamo, non sono italiani, ci rubano il lavoro” un atteggiamento molto simile a quello che ancora ora viene riservato ai profughi. Per questo è arrivato il momento anche di chiedere scusa di questo, un atteggiamento che riguarda anche i loro discendenti».
Dopo la prolusione di Laforgia, alcuni studenti della Vidoletti hanno letto testi e testimonianze che hanno ricordato la tragedia delle Foibe e il martirio di Norma Cossetto, che è stata insignita qualche anno fa della medaglia d’oro alla memoria.
In conclusione è stata letta la preghiera dell’esule e intonato il “Va pensiero” ormai inno non ufficiale dell’esodo, cantato dai molti presenti.
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