Con il documento di piano del Pgt, la Varese Futura si presenta: salone Estense strapieno

Partecipatissimo l'incontro organizzato dall'amministrzione comunale, che ha visto come "guest stars" il professoredel Politecnico Andrea Arcidiacono e il sociologo Aldo Bonomi

Consiglio comunale aperto e incontro sul Pgt

C’era la folla delle grandi occasioni alla presentazione alla cittadinanza del piano per il PGT di Varese.
Un incontro in salone Estense che ha visto protagonisti non solo il sindaco Davide Galimberti e l’assessore alla rigenerazione urbana Andrea Civati, ma anche il docente del Politecnico Andrea Arcidiacono, che ha stilato uno studio per il futuro della città, e il sociologo Aldo Bonomi che la città l’ha analizzata dal punto di vista relazionale.

«La sfida piu appassionante del PGT è occuparsi del patrimonio relazionale della città, che è importante e non può essere disperso, ma anzi valorizzato» ha spiegato Civati nella sua introduzione al documento di piano del PGT,  presentata a una moltitudine di persone che rappresentavano tutto il variegato tessuto della città: dai politici agli amministratori (tra cui i consiglieri regionali Emanuele Monti e Samuele Astuti), dai rappresentanti di associazioni e realtà civiche (il presidente del parco Campo dei Fiori Giuseppe Barra, il presidente di AC Varese Giuseppe Redaelli, la presidente del’Ordine degli architetti Elena Brusa Pasquè, solo per dirne tre).

Un documento appoggiato da due interventi che hanno fornito ulteriori spunti di riflessione: quello di Andrea Arcidiacono ha lavorato su numeri e dati per segnalare alcune criticità, come quella delle precipitazioni (Varese ha 570 ettari di aree idraulicamente vulnerabili, pari al 10,5% del territorio comunale, nel quale però vivono solo l’1% delle persone. Inoltre, il 75% del volume di pioggia annuo – è di circa 1521 mm la piovosità media annua –  non si infiltra nel suolo),  e degli spazi verdi (Varese vede il 60% del territorio comunale interessato dalla presenza di aree verdi e spazi aperti, in tutto sono 3270 ettari,  e ci sono 17,8 metri quadri di aree verdi per abitante). Ma ha anche lanciato i primi stimoli, come la necessità di creare una connessione sia fisica che culturale al lago, «Poco percepito anche dai cittadini come appartenente alla città e poco valorizzato, ma che può diventare importante se si creano percorsi identitari che lo coinvolgano con la città».

Al famosissimo sociologo Aldo Bonomi invece è toccato il compito del grillo parlante, di quello che fa le domande scomode, o mostra che il re è nudo: bacchettando sulla “tristezza” delle stazioni, cionfessand che “non ho capito subito cosa intendavate per 5 città: all’inizio ho cominciato a fare la conta tra Busto, Gallarate, Saronno, Varese e poi ho pensatoa Luino. Poi ho letto il vostro documento, e ho capito che parlavate sempre di Varese, e della sua vocazione ambientale ma soprattutto policentrica. Varese, in quanto città media, deve diventare per definizione un nodo di reti. Fatelo senza dimenticare che siete una piattaforma alpina (e non c’è ecologia senza), piattaforma pedemontana (quella della manifattura, anche se non si mette piu la fabbrica dentro la città), e del commercio (non si fa città giardino senza commercianti)».

La conclusione della fase di progettazione è prevista prima della fine di quest’anno quando verrà presentato al consiglio un documento da votare, come ha spiegato il dirigente Gianluca Gardelli «Una volta adottato il piano del governo, però, non è ancora finita – spiega – Ci vogliono ancora 6-8 mesi tra osservazioni, contro deduzioni e poi definitiva approvazione, che entrerà in vigore però solo quando sarà pubblicato sul bollettino ufficiale di regione Lombardia».

LO STREAMING DELL’INCONTRO

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Febbraio 2024
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