Diciassettenne arrestato a Varese per le coltellate alla prof: “Ho colpito a caso”
Per i legali che hanno assistito il ragazzo dinanzi al Gip dei Minori il ragazzo, che si è scusato, era in una condizione di grave disagio e stress. Migliora la prof ferita, che resta in ospedale

Un’aggressione a caso, frutto di una condizione di pesante disagio psico fisico sofferto dal diciassettenne al momento di fatti, attorno alle 8 di lunedì all’Enaip di Varese. È questo che gli avvocati Elisa Scarpino e Francesco Morano, legali del 17enne arrestato per tentato omicidio, riportano in merito all’esito della prima comparizione dinanzi ad un magistrato del giovane accusato di tentato omicidio.
AMMISSIONI E SCUSE
«Scusate. Ho colpito a caso. E non volevo uccidere»: queste le parole davanti ai magistrati: il ragazzo non si è trincerato dietro la facoltà di non rispondere (che è un suo diritto), ma ha accettato un dialogo con la giustizia. I legali hanno chiesto per lui una collocazione domiciliare ma l’arrestato resterà in carcere anche se il primo passaggio a cui i legali tenderanno è il trasferimento in altra struttura alternativa al Beccaria. E il sostegno, che è necessario vista la particolare fragilità rappresentata dall’età, dalle generali condizioni seguite alla misura restrittiva, e alla particolare condizione in cui si sono svolti i fatti: «Il nostro assistito ha affermato di avere vissuto una condizione di grave stress», hanno specificato i legali.
PERCHÉ?
Sebbene i legali del ragazzo contestino la premeditazione invece ipotizzata dall’accusa (pista difensiva che combacerebbe dunque con l’affermazione del ragazzo ad aver colpito a caso), rimane valida la possibilità di un movente legato a dissapori circa il percorso scolastico del ragazzo. Dall’istituto, nel pomeriggio, hanno fatto sapere che per quella specifica tipologia di carriera scolastica non si possa palare di vere e proprie bocciature, piuttosto di «valutazioni» che vengono fatte in itinere, sui tre anni (nel caso del giovane) e che di volta in volta permettano di comprendere se il percorso cominciato potrà essere terminato permettendo così l’accesso al mondo le lavoro.
In particolare a quanto risulta, lo studente aveva cominciato un percorso scolastico in ambito tecnico, che poi è stato mutato in un contesto commerciale con ampi periodi di tirocinio lavorativo. Si tratta di momenti condivisi che prevedono riunioni alla presenza dello studente, dei docenti (in questo caso anche della coordinatrice “aree fragili” che è stata colpita alla schiena dai tre fendenti) e dei genitori. Nel corso di queste riunioni, sempre secondo la scuola, non è stata appuntata alcuna situazione limite o che facesse presagire intenti violenti del ragazzo. Allora cos’è successo? Una frase anche generica sulla scorta dello «studia altrimenti ti bocciano»? Saranno le indagini, forse, a svelarlo.
MIGLIORA LA PROF
Intanto le condizioni della professoressa ferita oggi risultano in netto miglioramento: alla donna è stato tolto il drenaggio seguente all’operazione per ridurre la lesione in area polmonare. Sara Campiglio, 57 anni, una vita fra i ragazzi e colonna portante dell’istituto ha ricevuto visite di parenti, e l’assessore a Formazione, Lavoro e Scuola di regione Lombardia, Simona Tironi, nel pomeriggio a margine di una conferenza stampa in Prefettura proprio su quanto avvenuto lunedì aveva annunciato una sua probabile visita in ospedale. La donna non ha ancora voglia di parlare, anche se appare acclarato che non sussistano significativi episodi legati a litigi o intemperanze col ragazzo accusato di averla accoltellata. Prosegue la degenza alla Chirurgia generale dell’ospedale di Circolo.
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