Dodici giorni fa l’omicidio di Andrea Bossi a Cairate. Si attendono risposte dal Ris di Parma
Le indagini proseguono nel più stretto riserbo. A quasi due settimane dall'omicidio del giovane di Fagnano Olona si cercano risposte dalla scena del crimine grazie agli uomini del reparto speciale dei Carabinieri
Sono passati 12 giorni da quando il 27enne Andrea Bossi è stato trovato senza vita nel suo appartamento di via Mascheroni 1 a Cairate, ucciso con un colpo di lama al collo. Il giovane originario di Fagnano Olona, dove era molto conosciuto e apprezzato per il suo altruismo e la sua gentilezza, era stato trovato dal padre riverso a terra in una pozza di sangue. Un ritrovamento avvenuto almeno 13 ore dopo l’omicidio mentre l’oro che aveva in caso è sparito.
Un assassino ancora in libertà
Ad oggi il suo assassino è ancora in libertà mentre le indagini del sostituto procuratore di Busto Arsizio, Francesca Parola, proseguono a ritmo serrato con l’obiettivo di individuare e assicurare alla giustizia l’autore di questo orrendo crimine. Il lavoro degli investigatori si è subito concentrato sulla fitta rete di frequentazioni del giovane che, come quasi tutti i ragazzi della sua età, aveva una vita sociale intensa, soprattutto da quando aveva realizzato il sogno di andare a vivere da solo.
In campo il Ris di Parma
In questi giorni sono stati sentiti amici e parenti, analizzati i dispositivi ritrovati, acquisiti i primi risultati dell’autopsia, effettuati i rilievi attraverso la scientifica dei Carabinieri. Ora è al Ris di Parma che è affidato il compito di ricostruire ancora più nel dettaglio quanto è accaduto all’interno dell’appartamento al primo piano che abitava da qualche mese. L’analisi delle tracce di sangue e la ricostruzione della modalità con cui ha agito il killer daranno ulteriori risposte che serviranno a chiarire il quadro al magistrato.
Ragionevole ottimismo
Da quanto emerso il giovane aveva diverse frequentazioni e proprio per questo l’indagine è più complessa di quanto ipotizzato inizialmente. Se è vero che Andrea ha aperto la porta al suo assassino (non sono stati trovati segni di effrazione, ndr) non è detto che questa persona sia da cercare nella sfera delle amicizie più datate. Chi lo ha ucciso ha agito con grande freddezza e determinazione anche perchè Andrea aveva una corporatura piuttosto imponente (tanto da essere chiamato il gigante buono dagli amici). Gli investigatori, comunque, restano ottimisti per una svolta a breve della vicenda che potrebbe portare all’individuazione dell’autore di questo efferato delitto.
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