I produttori varesini incontrano albergatori e ristoratori: un dialogo tra terra e tavola
E' un lungo, ma sempre più proficuo percorso quello che segna l'avvicinamento tra i produttori agricoli del Varesotto e il sistema dell'accoglienza della provincia
E’ un lungo, ma sempre più proficuo percorso quello che segna l’avvicinamento tra i produttori agricoli del Varesotto e il sistema dell’accoglienza – alberghi, B&B, ristoranti – della provincia.
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A dimostrarlo è stato l’incontro “Coltiviamo il locale, cresciamo insieme” avvenuto qualche giorno fa nelle sale della villa Napoleonica a villa Ponti, che ha fatto incontrare e dialogare questi due mondi in un evento che meriterebbe altre repliche e altre sedi.
«In eventi simili riusciamo a parlare non solo a noi stessi, ma anche a persone che, in base alle loro mansioni, possono effettivamente dare una mano al mondo del vino – ha spiegato Marco Visconti, presidente dell’associazione vini varesini – L’enoturismo è ormai un punto di forza del turismo in generale. In provincia di Varese, dove c’è un movimento turistico importante per via dei laghi e per via del Sacro Monte, intercettare questa fetta di persone e di mercato è fondamentale».
Del resto, per esempio, il legame tra turismo e prodotti locali è strettissimo, considerato che molto viene venduto o fatto degustare negli agriturismi della provincia: «La Formaggella del luinese è conosciuta al di fuori della provincia, e parecchi vengono da fuori Varese per assaggiarla – ha spiegato Fabio Ponti, del consorzio Formaggella del Luinese – Le persone vengon qua, passano una giornata nel verde e poi assaggiano e comprano, portando anche un vantaggio turistico alla zona. Importante sarebbe anche il legame con la ristorazione, che però è ancora da migliorare: perché non tutti i ristoranti in provincia di Varese hanno la formaggella».
Il lavoro “dal produttore al consumatore” però dà buoni frutti, creando ricette che si adeguano alle necessità e ai gusti dei consumatori: come la ciambellona realizzata interamente di farina di castagne e presentata dal consorzio Castanicoltori nel corso della manifestazione. «La ciambella si chiama “torta della Ginetta” perchè è una ricetta custodita gelosamente da una signora di Brinzio che viveva in Francia, e veniva a passare le estati nel suo paese natale – spiega Massimo Piccinelli, che gestisce l’agriturismo a Brinzio che porta il suo nome ed è presidente del consorzio Castanicoltori di Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio – si è decisa a spiegare la ricetta a mia moglie solo a 92 anni, con la promessa che non la rivelasse a nessun altro: e fece bene, perchè mori due anni dopo, la ricetta rischiava di morire con lei. E invece è una produzione importante, perchè la farina di castagne è senza glutine, ed è adatta a persone intolleranti, ma normalmente non riesce a lievitare e a prendere l’aspetto di una ciambella».
Sono proprio questi piccoli gesti quotidiani però a mostrare “da vicino” le realtà agricole della zona: «Al B&B quando arrivano gli ospiti, oltre che segnalare loro gli itinerari sul lago Maggiore propongo loro anche i prodotti che il territorio offre – spiega Manuel Gervasoni, del B&B di Castelveccana “Il Motto di Tommy” – Punto sulle colazioni: prodotti locali, formaggio delle valli, miele varesino, e i prodotti tipici particolari che si trovano nell’area del mio “Motto”».
La verità è però, che i risultati si ottengono solo con un grande lavoro di insieme: un metodo che non è tanto facile da mettere in pratica. «Come varesini non è che abbiamo proprio questa idea della cooperativa, del darsi una mano – ammette Diego Frattini, del Consorzio Miele varesino – Il consorzio però quello che tenta di fare è questo, cercare di riunirci un po’ per portare avanti una doppia che è una delle cose più importanti».
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