Il Csi di Varese porta il calcio nel carcere di Busto Arsizio
Il presidente del comitato provinciale, Diego Peri: "Tante risposte positive da parte delle nostre società. Il calendario è già completo fino a giugno"
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Si giocherà una volta ogni due settimane. La prima partita è già stata disputata e il calendario è già stato completato fino a giugno. Da una parte le squadre del Csi Varese, dall’altra il team formato dai detenuti della casa circondariale di Busto Arsizio. Un incontro che non può che fare bene per tutte le realtà che si mettono in gioco.
Il primo match giocato all’interno della struttura bustocca ha visto protagonista l’OSGB Caronno D – squadra di Caronno Pertusella -, la prima a “testare” questo progetto dall’alto valore sociale.
«L’idea – spiega il presidente del Csi di Varese, Diego Peri – è nata con l’arrivo della nuova direttrice del carcere di Busto Arsizio che in precedenza era a Monza, dove avevano già svolto questa attività. La fortuna è stata inoltre che un volontario della Cooperativa Intrecci, che faceva già altri tipi di attività all’interno della casa circondariale, si è reso disponibile per fare da allenatore. Nell’ultimo periodo hanno sistemato il campo e da lì tutto è partito dando vita a questo progetto».
Non restava che coinvolgere le realtà del campionato targato Csi. «Abbiamo iniziato a buttare l’idea alle varie società – prosegue il presidente Peri – e il primo approccio è avvenuto in una riunione di zona di Gallarate. Ho ricevuto subito risposte positive e in poco tempo abbiamo riempito un calendario con sei squadre programmando l’attività almeno fino a giugno. Poi ci fermeremo per l’estate, ma saremo pronti a riprendere la prossima stagione».
Il progetto proseguirà dunque con un’amichevole ogni due settimane fino al periodo estivo. L’obbiettivo è quello di aggiungere iniziative e, nel prossimo anno, un torneo vero e proprio.
«La logistica di queste gare – conclude Peri – è per forza differente e bisogna seguire protocolli precisi, per questo bisogna procedere a piccoli passi. L’iniziativa è però molto promettente e grazie al mister Gian Marco Duina, alla cooperativa Intrecci e alla direzione del carcere siamo ottimisti».
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