Inquinamento dell’aria: tra Basso Varesotto e Alto Milanese un giorno ogni tre è “velenoso”
Da inizio dell'anno preoccupante la situazione del Pm10, le polveri sottili che sono anche veicolo di altri inquinanti. A Saronno sono stati 16 su 38 i giorni oltre il valore limite, a Malpensa 17
Il 2024 inizia infatti con un dato pesante per lo smog, con una situazione critica, se si guarda allo sforamento delle soglie di allarme dei vari inquinanti, in particolare il Pm10, le polveri sottili che sono anche “veicolo” di trasporto di altre sostanze pericolose, come i metalli pesanti.
Nel Nord Milano, dall’Alto Milanese al Basso Varesotto, un giorno ogni due è “velenoso“, oltre il valore limite (50 microgrammi per metro cubo) che può comportare problemi di salute.
Un dato condiviso con tuta l’area di Milano, ma anche la Lombardia orientale – Bergamo e Brescia – e la “bassa” da Pavia e Lodi fino a Cremona e Mantova. Va meglio – ma non troppo – nella fascia pedemontana, quella di Varese, Como e Lecco.
«I primi dati del 2024 già mostrano una situazione in forte deterioramento rispetto ai miglioramenti rilevati nel corso dello scorso anno» dice Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. «Regione Lombardia deve rivedere sia le misure emergenziali sia i provvedimenti strutturali, con la salute dei cittadini non si scherza».
Nelle settimane scorse i provvedimenti straordinari avevano toccato solo le due province con dati peggiori, Monza-Brianza e Cremona, dove era stata vietata l’accensione dei camini di casa, in aggiunta al divieto generalizzato di fuochi all’aperto. Interventi “in corsa”, visto che scattano nel momento in cui i dati già segnalano una situazione deteriorata.
L’inquinamento da Pm10 in provincia di Varese e Alto Milanese
La centralina di Saronno viale Santuario ha visto ben 16 giorni di sforamento nel 2024, in sostanza un giorno ogni due era “velenoso”.
Il 29 gennaio si toccava addirittura 74µg/mc, ma fino al 2 febbraio si è rimasti sempre oltre i 60µg/mc. Dopo alcuni giorni in lieve flessione il 6 febbraio si era tornati a quota 72.
Alla centralina aeroportuale di Ferno (che registra la situazione sul piazzale di quella “città” che è Malpensa) i giorni oltre la soglia di allarme sono stati 17 su 38 da inizio anno.
Il 29 gennaio si era a quota 77µg/mc, oltre il 50% in più della soglia, ma al 2 febbraio si è saliti addirittura a 83, salvo poi registrare un calo nei giorni successivi, ma comunque quasi sempre oltre lil limite (solo il 5 febbraio era “pulita”).
Leggermente migliore la situazione alla centralina Busto Arsizio Accam, con 11 giorni su 38 oltre i limiti. Nell’ultima settimana “solo” in tre giorni si è andati oltre la soglia di allarme. Va ricordato che, pur essendo all’ombra dei camini dell’inceneritore e sulla via di accesso dei camion, la centralina si trova in una zona di campagna, lontano da altre fonti di inquinamento tipiche (impianti industriali, traffico, riscaldamento domestico).
Non lontano, la centralina di Turbigo negli ultimi 7 giorni registrati ha avuto 3 giorni di sforamento, con picco di 71µg/mc al 2 febbraio. Da inizio anno nel paese sulle sponde del Ticino sono stati 8 i giorni oltre la soglia di allarme.
Quanto invece alla città di Varese, la centralina “Copelli” in centro città ha registrato fin qui solo due giorni di sforamento dal 1° gennaio, dato decisamente migliore (nell’ultima settimana solo un giorno ha registrato 50µg/mc, appena appena dentro la soglia di allarme)
Le misure emergenziali
La carta dal sito di ARPA Lombardia (al 7 febbraio 2024) indica in rosso le misure emergenziali di 2° livello, mentre in arancione sono individuate le aree dove sono attive le misure emergenziali di 1° livello. Nelle aree verdi – tutta la Lombardia occidentale – non è attiva nessuna misura emergenziale, quindi né di limitazione del traffico né degli spandimenti di liquami (province della pianura occidentale, incluse Milano, Monza e Lodi).
L’apporccio della Regione viene criticato da Legambiente: «Non serve agire quando l’accumulo è già notevole, occorre introdurre il modello predittivo e preventivo come già avviene in Emilia-Romagna, mentre strutturalmente è urgente iniziare una seria politica di riduzione dei veicoli diesel, responsabili sia del biossido di azoto sia del particolato secondario. In ambito agricolo, non si deve consentire lo spandimento dei liquami sia prima sia durante gli episodi di accumulo degli inquinanti».
Le limitazioni antinquinamento della Regione Lombardia sono riepilogate qui.
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