Italia Viva contro la tassa della salute per i frontalieri: “Non si rimette in sesto così il Servizio santario”
Il Presidente provinciale Reina definisce iniquo e inopportuno il "balzello" e chiede al Presidente della Provincia Magrini di prendere posizione
Italia Viva provincia di Varese prende una netta posizione di condanna della “Tassa sulla salute” prevista dalla Finanziaria per i frontalieri che non rientrano nella nuova normativa: «Noi non ci stiamo, perché questo ulteriore balzello a carico dei frontalieri è iniquo ed inopportuno!»
Salvino Reina, Presidente Italia Viva provincia di Varese: «Non è certo in questo modo che si risolve l’esodo del personale sanitario nella vicina Svizzera né, tantomeno, si riesce a rimettere in sesto i conti del Servizio Sanitario Nazionale. Questa è una tassa, altro che contributo, nata per incentivare il personale sanitario delle zone di confine a restare in Italia, ma che invece sta riuscendo a scontentare tutti al punto che anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio, si è detto pronto alla non applicazione».
La ‘tassa sulla salute’ delega a Regione Lombardia e a Regione Piemonte l’onere di stabilire l’entità del balzello che dovrà essere non meno di 30 e non di più di 200 euro mensili.
«Con lo stesso spirito – continua Reina – con il quale l’Associazione delle industrie ticinesi (Aiti) ha chiesto al Consiglio federale elvetico di valutare se il contributo sanitario varato sia in conflitto con le disposizioni del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri, noi ci schiereremo a fianco dei frontalieri auspicando che questa ennesima brutta pagina scritta contro l’economia transfrontaliera venga cancellata».
Posizioni chiare quelle di Reina forti anche del fatto che lo stesso Consiglio Federale per voce dei consiglieri Ignazio Cassis e Karin Keller – Sutter scrive: «Già dall’autunno scorso i nostri rispettivi servizi seguono da vicino la tematica in questione. A seguito dell’approvazione da parte del parlamento italiano, avvenuta a fine dicembre 2023, la nuova normativa è attualmente oggetto di un’analisi approfondita da parte dei servizi competenti. Qualora dovessero riscontrarsi della criticità agli accordi internazionali applicabili sul piano bilaterale tra Svizzera e Italia, possiamo assicurare sin d’ora che sarà nostra premura fare intervenire l’Ambasciata svizzera a Roma così come i servizi competenti dell’Amministrazione federale nei confronti dei relativi ministeri italiani».
«Siamo a conoscenza – prosegue Reina – ed esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per il fatto che sulla norma introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 i sindacati confederali Cgil- Cisl-Uil hanno avviato una verifica di legittimità affidata ad alcuni costituzionalisti. Allo stesso tempo abbiamo anche chiesto al presidente della provincia di Varese, Dott. Magrini, che sappiamo essere sensibile alle tematiche dei frontalieri e di tutta l’economia transfrontaliere, di prendere una posizione di netto contrasto verso questa tassa e di farsi portavoce nei riguardi della Regione Lombardia e del presidente Fontana del malcontento di tutti i frontalieri della nostra provincia».
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