La nuova scuola Cascinetta-Cajello cancella il bosco. “Non è rigenerazione, cerchiamo alternative”
Il Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate critico sul polo unico, sulla collocazione lungo l'autostrada e anche sulla dismissione delle due scuole di quartiere
«Questo non è un progetto di rigenerazione urbana, anzi è un’opera che cancella su una delle poche aree verde dentro la città, 1,7 ettari riconosciuti come bosco». Il Comitato per gli alberi di Gallarate parla dell’intervento Grow29 (derivante da un bando regionale con fondi Ue) che prevede di costruire una nuova scuola unica per i quartieri Cajello-Cascinetta, su un terreno di bosco lungo la via Curtatone.
Una critica su due punti principali: il consumo di suolo e sacrificio del verde, da un lato; dall’altro la validità del progetto dal punto di vista sociale e urbanistico.
Partiamo dal primo.
« Le aree verdi in un contesto come Gallarate sono preziose» dice Alessandro Pennati, laureato in scienza ambientali e del paesaggio. «Sprecarle, distruggerle, è un atto quasi criminoso nei confronti delle future generazioni: un’area naturale viene perduta per sempre».
Il terreno oggi è un bosco stretto tra via Curtatone, la ferrovia e l’autostrada. Ufficialmente – da catasto – è un “seminativo alberato”, ma nella realtà da anni è un vero bosco di 1,7 ettari, con «abeti, pioppi, querce, aceri montani, un cedro dell’Himalaya» dice Laura Pastorelli, che richiama come anche dal punto di vista della normativa regionale sia inquadrabile come vero e proprio bosco, considerata la superficie.
Un bosco forse non troppo frequentato oggi, ma con una sua funzione: «Svolge un ruolo di area cuscinetto anche rispetto alle case popolari, attutendo il rumore dell’autostrada vicina». Un bosco riconosciuto come tale e “costruito” negli anni dagli stessi abitanti, dice Filiberto Zago: «Già negli anni Settanta portavano i bambini delle scuole a piantare alberi in quella zona, si riconoscono ancora oggi alberi in filare».
La critica alla nuove scuola periferica tra i due quartieri
Ma per quanto un bosco sia prezioso, ai quartieri non può portare più beneficio una nuova scuola?
Il Comitato è convinto di no, nello specifico della scelta del luogo ma anche del più ampio progetto che riguarda due quartieri.
«Questo viene impropriamente definito di rigenerazione, ma di rigenerazione non ha nulla» continua Alessandro Pennati. «Non si rigenera nulla: da un lato si abbatte un bosco, dall’altro si dismettono due scuole oggi in uso, senza immaginare un futuro credibile».
L’intervento sposta il luogo dell’educazione dalla zona più centrale dei due quartieri ad una zona baricentri e più esterna sia per Cajello che per Cascinetta. «Mentre nel mondo si parla della città “dei quindici minuti”, qui si dismettono due poli che già esistono nel tessuto urbano per poi accentrare in una zona più periferica, con un impatto anche sul traffico».
Olivia Pastorelli fa notare che l’allontanamento dal centro dei quartieri mette in difficoltà le mamme senza automobile che oggi (soprattutto a Cascinetta) portano i figli a scuola a piedi: «C’è un rischio di dispersione scolastica che viene incrementato».
«La nuova scuola sarà su un rettilineo dove le auto arrivano a velocità sostenute – dice Filiberto Zago -e ad oggi non c’è uno studio del traffico che valuti come cambierà» (in città, va ricordato, non esiste comunque lo strumento di programmazione, il Piano Urbano del Traffico). In assenza di alberi a schermare, la scuola sarà inoltre «esposta al rumore dell’autostrada e della ferrovia».
Il destino delle scuole che saranno dismesse
Altro elemento negativo sottolineato è appunto la dismissione delle scuole esistenti, già criticata dalle opposizioni in fase di dibattito politico nel 2021.
«La progettazione partecipata doveva avvenire nel 2023, siamo nel 2024 e non c’è stato nulla. Una progettazione partecipata si sarebbe dovuta confrontare con i quartieri e le loro esigenze, che invece sembrano estranei» continua Laura Pastorelli. «Ci chiediamo ad esempio in base a cosa si è deciso di riutilizzare la scuola di Cascinetta per un “Business Developement Center per l’imprenditoria femminile” che pare estraneo all’identità del quartiere. Il rischio è che diventi un nuovo edificio dismesso».
Per Cajello è prevista una funzione meno definita, nel progetto del Comune si parla di un riutilizzo per case di edilizia convenzionata. Alessandro Pennati ci vede uno schema che ritorna anche in altre realtà: «Si costruiscono strutture pubbliche su aree verdi dove un privato non potrebbe costruire e si lasciano aree dismesse che finiscono poi nelle mani della speculazione privata».
Le proposte alternative del Comitato
È evidente che per il Comitato la scuola unica tra Cascinetta e Cajello non deve andare avanti. «Secondo noi è un processo aperto che ha ancora molte criticità aperte, ad esempio quanto verrà sacrificato di quest’area verde e di quanto peseranno le compensazioni».
Alternative?
Il Comitato per prima cosa chiedere di «ristrutturare l’esistente anziché creare un nuovo polo», valorizzando all’opposto il boschetto di via Curtatone, facendone un’area verde fruibile.
E se invece il Comune andrà avanti, considerando anche che le risorse vengono da un bando? «Mantenere almeno una fascia verde, senza tagliare le piante esistenti e ripiantumando ma salvaguardandole». Alberi di grandi dimensioni anziché nuove piante da far crescere, senza garanzie. «Spesso gli alberi piantati muoiono, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici con periodi più lunghi di siccità e tempeste» aggiunge Elisa Giaccherello. «Lo abbiamo visto anche in altri contesti, ad esempio lungo la superstrada 336».
Altro tema sono le compensazioni. Oggi «vengono inserite la manutenzione delle piante e persino sfalci, per un valore di 69477, 96 euro, su aree a Besnate e Casorate». Per il Comitato invece le compensazioni dovrebbero essere quantomeno su Gallarate e non sugli stessi quartieri.
E soprattutto servirebbe «compensare con la rinaturalizzazione di un’area dismessa». E giocano sul paradosso: «Se si taglia un bosco per fare una scuola, allora usiamo l’area di una scuola, quella di Cajello, per una rinaturalizzazione» (suggerendo quasi un parco urbano a ridosso del centro). Se invece non fosse possibile intervenire sul quartiere, mettono lì un’altra idea: «Rinaturalizzare la fascia di aree dismesse intorno al cimitero, verso la Mornera», mettendo il seme di un nuovo parco tra centro e Madonna in Campagna.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
elenera su Ritrovato vivo ma ferito il malnatese disperso in Val Grande
elenera su "Non si potrebbe mettere questo cartello in mezzo alla rotonda di largo Flaiano a Varese?"
ccerfo su Don Marco Casale, neo-pastore di Gavirate: insieme è più bello
GiuseppeAiroldi su "Aiutateci a salvare lo scoiattolo rosso del Parco Bassetti di Gallarate"
Viacolvento su Beko, il PD di Varese all'attacco: "Giorgetti e il Governo se ne fregano"
Felice su Volontario della Maratonina di Busto Arsizio picchiato da un automobilista
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.