Le valli salutano il prete della montagna: addio a don Giorgio Ferrario

Il sacerdote tragicamente scomparso qualche giorno fa durante un incidente. Strade chiuse e bandiere a mezz’asta. Il saluto dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini

Funerali di don Giorgio a Curiglia

«Sacerdote sincero e forte, con parola precisa e tagliente. Siamo certi che ha ricevuto l’abbraccio del Padre. Amato, continueremo ad amarlo» firmato Mario Delpini, arcivescovo di Milano.

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A Curiglia i funerali di Don Giorgio 4 di 9

Strade chiuse e bandiere a mezz’asta. Protezione civile e forze dell’ordine al lavoro, gli alpini che tirano fuori il vestito della festa e lucidano gli ottoni della tromba, uniformi e commozione, cerimonia proiettata a distanza e al circolo Acli, per far stare al caldo bambino e anziani. È stata un’intera valle a dare l’addio a Don Giorgio, il suo prete, uomo di chiesa e di gente sempre pronto al consiglio ai giovani e alle loro famiglie, alla parola rivolta all’anziano e a chi, anche qui in montagna – specialmente qui in montagna – soffre di quel male che l’essere umano a volte vive come una vera malattia, e che ha un nome: solitudine.

Don Giorgio Ferrario era un sacerdote che conosceva tutto questo. E i suoi parrocchiani lo sapevano. Difatti, ben prima dell’inizio della cerimonia, proprio di fronte alla “sua” chiesa in paese a Curiglia dedicata a San Vittore, hanno distribuito una foto del prete che non c’è più, ma che sempre rimarrà nei cuori di chi l’ha conosciuto; una foto a colori da tenere in mano, come ai vecchi tempi, da mettere sul comodino: lui che sorride e ricorda la fede con le parole del Vangelo secondo Giovanni: “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

Lo hanno ricordato gli amici di una vita passata come prete della “valle Smeraldo“ come «maestro di vita che ha donato tanta saggezza, conforto, consigli, umanità, insegnamento morale e umano».  Ma anche chi ha avuto la fortuna di apprezzarlo nei ruoli educativi che hanno visto don Ferrario impegnato per anni come insegnante al liceo Scientifico di Luino: «Guarderemo i tuoi monti amati serbandoti per sempre nel nostro cuore», hanno detto gli studenti che hanno voluto salutarlo e ricordarlo così, con estrema semplicità.

Diversi i sindaci della valle presenti con fascia tricolore; il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini arrivato poco prima dell’inizio della cerimonia officiata da monsignor Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia e cugino di don Giorgio. “Morte improvvisa e tragica che ha colpito la comunità che don Giorgio ha servito”, ha spiegato il prelato durante l’omelia.

Nato a Varese il 22 aprile 1941, Giorgio Ferrario venne ordinato sacerdote in Duomo, a Milano il 26 giugno 1966. Dal 1966 al 1972 è stato professore al Seminario di Arcore, e dal 1972 al 1976 ha insegnato al Seminario di Merate. Nel 1976 è stato nominato parroco a Curiglia con Monteviasco, parrocchia di S. Vittore (dal 2006 al 2012 parroco anche a Dumenza – S. Giorgio – e in Località Due Cossani – S. Elisabetta).

“Ogni morte non è un cadere nel nulla, ma sempre tra le braccia del Padre. Come avvenuto per don Giorgio”.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Febbraio 2024
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