“Non è l’Europa che vogliamo”. Alla protesta di Bruxelles partecipa anche Coldiretti Varese
In Place du Luxembourg a Bruxelles una nutrita pattuglia di agricoltori varesini guidata dal presidente Pietro Luca Colombo, dal direttore Rodolfo Mazzucotelli e Miriana Grilli, delegato Coldiretti Giovani Impresa
A Bruxelles sono arrivati agricoltori da tutta Europa per protestare contro le politiche agricole dell’Unione Europea. Il grosso dei manifestanti è arrivato dal Belgio e dalla Francia ma ci sono delegazioni provenienti da tanti altri paesi dell’Unione. Per l’Italia alla mobilitazione è presente la Coldiretti, tra cui una nutrita delegazione di Coldiretti Varese giunta ieri a Bruxelles e guidata dal presidente Pietro Luca Colombo. il direttore Rodolfo Mazzucotelli e Miriana Grilli, delegata Coldiretti Giovani Impresa.
STOP ALL’IMPORT DI PRODOTTI NON UE
«Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole». Ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della prima mobilitazione con gli agricoltori da tutta Europa scesi in piazza in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, dove si tiene ilVertice straordinario dell’Ue con la presenza del premier Giorgia Meloni.
I circa mille trattori presenti a Bruxelles sono stati tenuti naturalmente ben lontani dal raduno dei 27 leader dell’Unione. In quella sede la Commissione europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica agricola comune (Pac).
Al grido di “Non è l’Europa che vogliamo!” Coldiretti ha fatto una proposta articolata in dieci punti: si va dall’incremento dei fondi Pac al sostegno del ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi, dal no al cibo artificiale prodotto in laboratorio al sì a mercati equi e trasparenti, passando per la riduzione sostanziale della burocrazia.
ACCORDI COMMERCIALI
Sugli accordi commerciali occorre garantire il principio di reciprocità e in tale ottica è positivo l’annuncio della Commissione Ue sul fatto che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Una scelta che segue la denuncia della Coldiretti in Italia e della Fnsea in Francia sulla concorrenza sleale provocata dalle gravi inadempienze di molti Paesi sudamericani sul piano della sostenibilità delle produzioni agroalimentari con rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento del lavoro minorile evidenziato dallo stesso dipartimento del lavoro statunitense.
«Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale, ma anche la difficoltà del sistema produttivo sconvolto dalla violenza dei cambiamenti climatici, per proteggersi dai quali servono investimenti adeguati nella difesa attiva e passiva» commenta il presidente di Coldiretti Varese Colombo (nella foto).
Dobbiamo aumentare gli investimenti in agricoltura – ha continuato Prandini -, garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale nel nostro settore. Senza ragazze e ragazzi in agricoltura, l’Europa sarà più fragile e dipendente dalle importazioni. «Serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac) per invertire la rotta rispetto alle follie dell’Ue – ha rilevato Prandini – poiché non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare, come sosteniamo da anni, una delle eredità della folle era Timmermans con il quale ci siamo confrontati molto duramente, unici in Europa, aprendo una breccia. In occasione della crisi Ucraina avevamo ottenuto una deroga, la nuova bozza di deroga che la Commissione sta proponendo va corretta perché contiene troppi vincoli. È ora che l’obbligo venga eliminato definitivamente».
SOSTENERE ACCRODI DI FILIERA
«Ma l’Europa deve sostenere anche gli accordi di filiera per costruire mercati più equi – ha spiegato il presidente della Coldiretti -, con una più giusta distribuzione del valore e più trasparenti per i consumatori. La nuova Politica agricola comune dovrà incentivare questo modello che rafforza i rapporti tra produzione, trasformazione e commercializzazione, anche per contrastare le pratiche sleali. Sulla Flotta italiana pesa invece dalla volontà della Commissione di vietare la pesca a strascico, il settore più produttivo – ricorda Coldiretti – dell’ittico nazionale, aprendo la strada anche qui a una vera e propria invasione di prodotto dall’estero. Dopo il pressing di Coldiretti, il Parlamento Ue si è schierato dalla parte delle marinerie italiane, ma la partita è ancora da giocare».
IL GOVERNO TUTELI GLI AGRICOLTORI ITALIANI
«Alla presidente Meloni chiediamo di continuare a tutelare gli agricoltori italiani – ha sottolineato Prandini -, portando in Europa le nostre ragioni. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato. Non ci può essere più spazio per politiche ideologiche che hanno penalizzato gli agricoltori, mettendo a rischio tante filiere anche nel nostro Paese. L’Europa – ha concluso Prandini – deve investire nella propria autosufficienza alimentare, respingendo modelli omologanti come quelli del cibo artificiale e riconoscendo il ruolo di presidio dell’ambiente che le imprese agricole svolgono ogni giorno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori»
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