Perché si parla di WhatsApp e di interoperabilità
Con l'entrata in vigore del Digital markets act, WhatsApp dovrà consentire di chattare anche con chi utilizza applicazioni diverse

L’idea di fondo è che ciascuno possa comunicare con le altre persone a prescindere dall’applicazione di messaggistica che utilizza. Un po’ come avviene per le email: se si ha un account su Gmail è possibile scrivere a chi ne ha uno su Libero. Oggi, tornando alle chat, non è così: se Tizio ha installato solo WhatsApp sul proprio smartphone non può scrivere a Caio che ha scelto Telegram, né a Sempronio che invece preferisce Signal, l’app di messaggistisca così attenta alla privacy che l’Unione Europea ne impone l’uso ai propri funzionari.
Quando tutto questo avverrà ancora non è chiaro, ma la data da segnare sul calendario è il 7 marzo 2024. Tra meno di quattro settimane, infatti, entrerà in vigore il DMA (Digital markets act), ovvero la normativa UE che vuole prevenire la formazione di posizioni dominanti sul mercato digitale. Una sorta di antitrust preventivo, per sintetizzare. Ed è proprio sulla base di questa norma che WhatsApp dovrà garantire l’interoperabilità: nel momento in cui un’altra applicazione dovesse richiederla, l’app che fa capo a Meta avrà tre mesi di tempo per garantirla, almeno nelle funzioni base. Per le creazioni di gruppi e le videochiamate, invece, i tempi sono più lunghi.
Ma perché la questione, tra le app di messaggistica, riguarda solo WhatsApp? La ragione sta nella diffusione di questa applicazione sugli smartphone dei cittadini europei. Proprio in virtù di questa diffusione, il DMA la definisce una gatekeeper, ovvero talmente grande da impedire, nei fatti, la concorrenza da parte di aziende più piccole. Lo stesso, in realtà, vale anche per Messenger, la chat di Facebook. Sta facendo notizia WhatsApp, però, perché in un’intervista rilasciata all’edizione americana di Wired, il director of engineering Dick Brouwer ha svelato qualche dettaglio tecnico di come funzionerà l’interoperabilità.
Quello che conta è che, nella seconda metà di quest’anno, sugli store delle app potrebbe comparire un aggiornamento di Whatsapp che consenta di chattare anche con chi non l’ha scaricata.
Foto di copertina di Thomas Ulrich da Pixabay
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