Reguzzoni: “La mia casa è l’Europa e il Partito Popolare”
La passione politica anima il fondatore dei Repubblicani. "Il mio orizzonte ideale è il federalismo e l'Europa. Dobbiamo difendere la nostra identità contro la solitudine e l'omologazione"
Dieci proposte e un inno alla gioia. Termina così il libro di Marco Reguzzoni, Il vento del cambiamento edito da I repubblicani. Di fronte a una sala stracolma con cento persone l’ex presidente della Provincia si è presentato con una certa emozione perché quel luogo lo ha visto protagonista per una lunga stagione amministrativa.
“Ho lasciato la politica attiva nel 2012 al termine di una esperienza di governo che si è chiusa non per un voto di sfiducia ma per interventi esterni che avrebbero portato a Palazzo Chigi Mario Monti. Tornare a parlare davanti a tante persone mi fa un gran piacere”.
Con Reguzzoni sul palco i direttori Silvestro Pascarella per la Prealpina, Marco Giovannelli per Varesenews, Matteo Inzaghi per Rete55 e Andrea Della Bella, giornalista di Malpensa24 e che in passato ha condiviso da comunicatore l’esperienza in Provincia. Giri di domande veloci per sondare le posizioni, ma anche le scelte future di un appassionato della politica.
“I miei punti di riferimento ideali sono il federalismo e l’Europa, e con questi il liberalismo. I Repubblicani nascono per portare un contributo alla politica, ma io non ho deciso cosa fare in vista delle prossime elezioni europee. La mia casa è il Ppe e credo che dovremmo guardare con attenzione a quello che succede a Bruxelles perché i singoli stati sono ormai troppo piccoli per affrontare le grandi questioni come l’immigrazione, l’ambiente, il contrasto alla grande finanza”.
Reguzzoni ha scherzato con i giornalisti definendosi perfino doroteo dopo aver tessuto elogi di un periodo storico in cui la politica non era fatta di personalismi. È risultato perfino molto moderato scontentando chi sperava in una presa di posizione più dura verso la Lega di Salvini. “Lui ha fatto un grande errore politico in Europa confinandosi all’opposizione diventando così ininfluente su tanti temi. Cinque anni fa aveva il più grande gruppo parlamentare che aveva espresso l’Italia. Lui e Conte, allora al Governo del Paese hanno votato contro con una scelta miope”.
Non ha concesso molto di più lasciando intravedere un’attenzione verso Forza Italia, unico partito italiano che si colloca nel Ppe a Bruxelles. “Dobbiamo batterci per recuperare il valore dei nostri territori, della produzione, della classe media. Non possiamo lasciare sole le persone e omologarci che è quello che favorisce lo strapotere delle multinazionali”.
Il punto di partenza del libro di Reguzzoni è una critica verso la società attuale, vista come una “società di scontenti”, dove la mancanza di un nemico chiaro e identificabile ha portato a un generale senso di insoddisfazione. In diversi passaggi del libro si sottolinea come, in un’epoca di rapida trasformazione digitale e globalizzazione, le vecchie strutture politiche ed economiche non siano più in grado di garantire benessere e sicurezza alle persone, provocando una crisi di identità e un sentimento diffuso di malcontento.
Attraverso l’analisi di vari ambiti – dalla politica internazionale all’economia, dall’educazione alla gestione delle risorse energetiche – Reguzzoni evidenzia come le attuali politiche abbiano fallito nel garantire equità, progresso e sicurezza. Particolare attenzione viene data alla questione dell’identità, vista come fondamentale nella costruzione di una società coesa e resiliente. La perdita di identità culturali, nazionali e individuali è uno dei maggiori pericoli che le nostre società stanno affrontando, alimentato da politiche miopi che favoriscono l’omologazione culturale proposta da pochi soggetti delle multinazionali tecnologiche.
La soluzione proposta è una riforma radicale che ponga al centro il federalismo come base della democrazia, una maggiore integrazione europea, e un rinnovato impegno verso politiche che favoriscano il lavoro, la famiglia, e la produzione locale. Questo include la creazione di un governo europeo più forte e rappresentativo, investimenti massicci in ricerca e sviluppo, una riforma scolastica che prepari le nuove generazioni alle sfide del futuro, e politiche che incentivino la reindustrializzazione e la protezione dell’ambiente.
Reguzzoni conclude con un appello alla responsabilità collettiva e alla partecipazione attiva dei cittadini nel processo di rinnovamento sociale e politico, sottolineando l’importanza di unire le forze per costruire un futuro migliore. Attraverso un’analisi critica ma allo stesso tempo propositiva, il testo si propone come un contributo significativo al dibattito su come riformare le nostre società in modo da renderle più giuste, prospere e sostenibili.
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