Saluti Romani a Palazzo Estense, Anpi Varese: “Gesto provocatorio e un insulto alla città”
L'Associazione Nazionale Partigiani: "Nel condannare con fermezza quanto accaduto sabato rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni locali, a partire dal Comune di Varese, affinché atti simili non debbano più ripetersi"
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Anpi Varese riguardante il matrimonio a Palazzo Estense concluso con saluti romani.
Per i fascisti di DO.RA anche un matrimonio, come è successo sabato scorso a Varese, può diventare occasione per riproporre il loro osceno rituale dei saluti romani. Un gesto provocatorio, un insulto alla città, che fa il paio con i ripetuti atti compiuti dai DO.RA in aperta violazione della legge, come ben sa il pluricondannato celebrante. Agli autori della provocazione, che poi nei tribunali si appellano alla libertà di opinione per giustificare il loro tentativo di ricostituzione del partito fascista (vietata “sotto qualsiasi forma”), vanno sempre ricordate le nefandezze del nazifascismo e di un regime che, con la complicità della monarchia, aveva soppresso la democrazia, varato le leggi razziali, trascinato l’Italia nel baratro della guerra, perseguitato e ucciso quanti al loro dominio si opposero con coraggio anche a costo della vita. Ai DO. RA e ai loro accoliti, va pure ricordato il ruolo svolto dal governo fantoccio di Salò che pose i fascisti al servizio dei nazisti. Un asservimento tragico fatto di persecuzioni, rastrellamenti, torture e uccisioni degli oppositori e di stragi orrende compiute contro la popolazione civile, fino all’infamia della deportazione nei campi di concentramento degli ebrei, dei militari e di quanti a loro si opposero con coraggio anche a costo della vita rifiutarono il loro vile ricatto.
Nel condannare con fermezza quanto accaduto sabato rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni locali, a partire dal Comune di Varese, affinché atti simili non debbano più ripetersi, perché seppure sia la legge a stabilire che qualsiasi cittadino maggiorenne, che goda dei diritti civili, può essere delegato dal Sindaco a celebrare il matrimonio civile e altrettanto vero che tale diritto può essere negato quando il delegato non possiede il requisito fondamentale del rispetto della Costituzione.
Alle autorità competenti in tema di sicurezza e rispetto dei valori della Costituzione rinnoviamo l’appello ad agire con determinazione per porre fine a questa vergogna che oltre a deturpare l’immagine di Varese e della provincia avviene in aperto contrasto delle leggi vigenti.
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