Solo il ricordo può costruire le basi di un futuro di pace e democrazia
Sala Montanari gremita in occasione delle celebrazioni dei massacri delle foibe e dell'esodo istriano
Sala Montanari gremita di autorità, semplici cittadini e studenti dei Licei di Varese questa mattina nell’incontro organizzato dal comitato provinciale ANVGD Varese in occasione della “Giorno del ricordo”. Il Presidente Pier-Maria Morresi si rivolge proprio a loro nel sottolineare l’importanza di questa ricorrenza, istituita vent’anni fa, per non dimenticare e costruire le basi di un futuro di pace e democrazia.
Parole che oggi acquisiscono sempre più importanza pensando a situazioni molto vicine a noi di violenza e dittatura. I massacri delle foibe di cittadini innocenti e l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra sono una ferita della storia del nostro paese. In una Italia povera e da ricostruire, un parente anche lontano era un’ancora di salvezza ma spesso le famiglie si ritrovarono in campi profughi dove intere famiglie furono scaraventate in un nuovo incubo. Non erano immigrati ma italiani, stranieri nella loro terra.
Ferme le parole del Sindaco di Varese Davide Galimberti: «Ricordare quegli eventi drammatici è un nostro dovere morale, civile e politico, per onorare le vittime dei massacri e soprattutto per far sì che la memoria collettiva produca anticorpi, per evitare così che possano ripetersi tali devastazioni della libertà e del rispetto dei diritti umani. Malgrado queste esperienze di un passato così doloroso, oggi purtroppo sempre più spesso assistiamo con angoscia all’emergere di atti e iniziative che si richiamano apertamente all’odio, ai totalitarismi, al fanatismo, alla discriminazione razziale, etnica o religiosa. Per questo credo che oggi più che mai sia importante respingere con fermezza e in modo netto i gesti inaccettabili di chi si ispira agli estremismi che negano il rispetto dei diritti civili.
Sul tavolo dei relatori anche l’importante testimonianza di Ottavio Missoni, nipote del fondatore della famosa casa di moda che da esule istriano ha sempre voluto portare la sua testimonianza. Ottavio jr ha letto le parole scritte dal nonno «Le Foibe in Italia si chiamano Mare Adriatico. Il Giorno del Ricordo è un momento di riflessione che accomuna tutti coloro che hanno subito la tragedia adriatica e vuole essere una compensazione per i troppi che non hanno una sepoltura nota e degna di questo nome, sulla quale parenti e amici possano deporre un fiore.»
«Mi rivolgo direttamente ai ragazzi del Liceo classico, scientifico e del Manzoni – spiega il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale Giuseppe Carcano – quella di oggi è una lezione importantissima non solo di storia ma di educazione civica e cittadinanza.»
A seguire altri interventi e la proiezione di un docufilm che raccoglie le voci degli esuli sopravvissuti, una testimonianza importantissima per non dimenticar perché è solo attraverso il ricordo che si può costruire un futuro migliore.
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