Sotto la pioggia e gli ombrelli la reazione di Varese ai saluti romani in municipio
Oltre cinquecento le persone che hanno risposto alla chiamata per una reazione civile allo sfregio dei nazifascisti di Dora, nel municipio che vide anche l'opera e il sacrificio di Calogero Marrone. "Ben vigile l'attenzione degli italiani e dei varesini"
Sotto la pioggia battente la cittadinanza di Varese e della provincia rispondono all’oltraggio del saluto romano, che ha riportato la città alla ribalta nazionale: oltre cinquecento le persone che si sono radunate tra il cortile, i giardini, i portici di Palazzo Estense.
Tra i presenti al presidio tanti cittadini comuni, esponenti politici, anche il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello.
«La migliore risposta alla provocazione avvenuta una settimana fa» dice Stefania Filetti, segretaria della Cgil, presente insieme agli altri sindacati confederali per reagire alla provocazione dei neonazisti della Comunità dei Dodici Raggi. Uno sfregio che deve «allertare il senso democratico e civico», aggiunge il sindaco Davide Galimberti. «E mi sembra che sia ben vigile l’attenzione degli italiani e dei varesini. Ma è necessario che la giustizia e le forze dell’ordine perseguano i reati che si sono compiuti e che si potrebbero compiere».
«Una risposta ampia e superiore alle aspettative, viste le condizioni meteorologiche e visto soprattutto quanti si sono mossi per boicottare questo presidio», dice Rocco Cordì, dell’Anpi cittadina di Varese. La polemica è anche interna alla stessa Anpi, dopo che il provinciale dell’associazione partigiana si era sfilata.
“Non c’è spazio per assuefarsi ai comportamenti fascisti e razzisti”
Piazza colorata soprattutto dal colore degli ombrelli che riparano dalla pioggia, qua e là i tricolore dell’Anpi. Una mobilitazione varesina e non solo. Presenti anche gli esponenti dell’area che va dalla sinistra al centro. «Non c’è spazio per assuefarsi ai comportamenti fascisti che giocano sull’odio, sul rancore, sul razzismo» dice Alessandro Alfieri.
«Chi come Dora si rifà al pensiero nazifascista non deve poter pensare che possono disporre dei luoghi delle istituzioni e della democrazia» aggiunge Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva.
Il palazzo dove lavorò Calogero Marrone
Dalla Sicilia arriva anche un messaggio dell’associazione che ricorda Calogero Marrone, il coraggioso funzionario del Comune che si prodigò per salvare ebrei e per quello fu deportato a Dachau e assassinato. «Stiano tranquilli i nazifascisti di casa nostra – ha detto il presidente Rosario Manganella – perché noi, antifascisti, siamo sempre qui, pronti a rendere perenne memoria ai milioni di morti innocenti della Shoah, della Liberazione e della Seconda guerra mondiale e a salvaguardare la nostra democrazia e la nostra libertà, come hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni: le pagliacciate dei nostalgici dei regimi totalitari non ci fanno paura. Anzi ci sollecitano ad essere sempre più vigili». Calogero Marrone è stato ricordato come alto esempio anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione del Giorno della memoria.
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Peccato che fra le centinaia di cittadini presenti sotto l’acqua, in una Varese talvolta dormiente, mancassero solo i vertici dell’ANPI provinciale. Semplicemente ridicolo.