Trecento delegati Uilm riuniti a Varese per il nuovo contratto dei metalmeccanici

Tra le richieste un aumento salariale di 280 euro e diminuzione dell'orario di lavoro a 35 ore a parità di salario. Palombella (segretario nazionale): "Questo Paese ha l'occasione di cambiare"

Per partecipare al consiglio regionale della Uilm Lombardia, i metalmeccanici della Uil, all’Unahotles di Varese sono arrivati anche pullman da Brescia, Bergamo e Sesto San Giovanni. In tutto erano presenti trecento delegati, riuniti per discutere della nuova piattaforma contrattuale con il segretario nazionale Rocco Palombella che a Varese è ormai di casa.
«È una piattaforma che va al di là del ruolo di rivendicazione – ha spiegato Palombella – ma che guarda alla socialità indicando alle parti sociali e al Governo che bisogna cambiare registro. Il lavoro metalmeccanico e manifatturiero ha bisogno di cambiare la struttura, le remunerazioni e il mercato del lavoro. Una piattaforma che annulla la precarietà e che interviene sulla parità di genere. Per il Paese questo rinnovo è l’occasione  di cambiare». (nella foto da sinistra: Chiara Cola, Fabio dell’Angelo, Rocco Palombella e Vittorio Sarti)

Da quando esiste la contrattazione collettiva, il contratto dei metalmeccanici assume un valore politico. È una sorta di apripista per tutte le altre categorie. Ma, a sentire i vertici nazionali e lombardi della Uilm e i tanti delegati intervenuti al consiglio di Varese, questa volta è qualcosa di più, «una spinta al cambiamento del Paese» per usare le parole di Palombella.

«Questa piattaforma l’abbiamo sottoscritta unitariamente con Fim e Fiom – dice Fabio Dell’Angelo segretario Uilm Altalombardia – e contiene elementi a dir poco sfidanti: una richiesta salariale importante e la riduzione dell’orario di lavoro. Quest’ultimo argomento non è nuovo ma in questo momento è imprescindibile se ragioniamo in chiave di transizione ecologica. Inoltre con l’avvento dell’intelligenza artificiale bisogna prepararsi a un probabile impatto sui livelli occupazionali. Ci sono anche i capitoli dedicati alla sicurezza, alla formazione e alla parità di genere in fabbrica. Temi che riguardano la qualità del lavoro e la vita dei lavoratori».

Sono stati tanti gli argomenti portati dai delegati al tavolo dei relatori. Naturalmente la questione salariale e l’orario di lavoro hanno tenuto banco perché hanno un significato anche politico. Le ipotesi sono infatti di un aumento di 280 euro e una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di salario. «Bisogni reali dei lavoratori» li definisce Palombella che ora insieme ai colleghi di Fim e Fiom si appresta ad affrontare la trattativa con la controparte datoriale rappresentata da Federmeccanica e Assistal.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 29 Febbraio 2024
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