A Gallarate dodici indagati tra i sinti, roulotte in strada e un alloggio Aler occupato
Lo scenario del giorno dopo lo sgombero, eseguito su ordinanza della Procura di Busto che ha contestato le opere abusive. Ecco a che punto siamo
La via Lazzaretto sbarrata, l’ex campo nomadi attrezzato sotto sequestro e inagibile, le roulotte e la casa mobile delle famiglie sinti parcheggiate all’inizio della via, in attesa di decisioni delle stesse famiglie.
È lo scenario del giorno dopo, a Cedrate. Il giorno dopo lo sgombero delle persone – una ventina – che erano tornate in via Lazzaretto, la mattina dopo l’occupazione (da parte di alcuni di loro) di un alloggio nelle case popolari di via Curtatone 44, a Cascinetta.
Ripartiamo dall’inizio, lo sgombero di mercoledì mattina.
Eseguito senza grandi tensioni dal personale della Polizia Locale guidato da Aurelio Giannini (con supporto di Polizia di Stato, anche con il reparto mobile, Carabinieri, vigilanza di vigili del fuoco e Croce Rossa), lo sgombero è stato fatto in esecuzione di una misura cautelare, richiesta dalla Procura della Repubblica ed emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio.
All’ex campo attrezzato i sinti erano tornati all’inizio del 2021: inizialmente solo due roulotte, poche persone già parte degli abitanti (sinti italiani, gallaratesi da decenni) dell’ex campo attrezzato stabilito dal Comune nel 2007 e sgomberato poi nel 2018. L’insediamento però si è ri-allargato: Polizia Locale e Procura parlano di «un vero e proprio insediamento abitativo» stabile , con l’inserimento «di opere edili abusive, realizzate in assenza di permesso di costruire ed in contrasto con gli strumenti urbanistici locali».
Alla fine l’insediamento risultava costituito da un totale di dieci tra roulotte, una casa mobile ed una costruzione in legno coperta da tettoia adibita a servizio igienico. Il tutto con collegamenti abusivi alla rete idrica ed elettrica.
Per questa parte – la “lottizzazione” abusiva – sono dodici gli indagati dalla Procura, a vario titolo.
Roulotte in strada
Il sequestro cautelare ha riguardato i terreni di proprietà comunale, ha chiarito in serata la nota del comando di Polizia Locale. Mentre i caravan ed i manufatti – non essendo oggetto dei provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria – sono stati lasciati formalmente a disposizione dei sinti sgomberati.
Due roulotte e una casa mobile sono all’inizio di via Lazzaretto ed è possibile che i sinti li portino altrove. «Ma una è stata danneggiata nello spostamento, si sono bloccate le ruote» si lamenta giovedì mattina Pino Sacconi, uno dei capifamiglia sgomberati. Altri sono stati portati via con il carro attrezzi e sono in deposito.
Una casa Aler occupata
I sinti sono andati in parte a casa di parenti e amici, ma una parte – adulti e bambini – ha dormito nell’alloggio popolare occupato in via Curtatone 44, nelle case comunali gestite da Aler dove hanno sfondato la porta mercoledì sera. Gli occupanti abusivi sono stati fronteggiati dall’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri e dal suo staff, c’è stata qualche tensione, ma alla fine non ci sono stati problemi particolari.
Per questioni di ordine pubblico e considerando anche la presenza di minori, la famiglia non è stata sgomberata da quell’alloggio.
Evidentemente però questo secondo atto rischia di produrre ulteriori conseguenze, ma in ogni caso si deve attendere la querela di parte, dell’ente proprietario dell’immobile o del locatario. Per il resto si dovrà probabilmente procedere con una normale procedura di sfratto, con i tempi che comporta. Tra l’altro nello stesso complesso di case popolari vivono già altri sinti, a cui era stato assegnato un alloggio dopo lo sgombero del 2018.
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