Addio allo scultore Giuliano Vangi. Il ricordo di Scampini: “Grande nell’arte e grande uomo”
Il maestro toscano, vissuto anche a Varese, è scomparso a Pesaro all'età di 93 anni. La testimonianza del collega di Castronno: «Volle condividere lo studio con noi giovani: è sempre vivo nella mia memoria»
Martedì scorso, 26 marzo, è scomparso a Pesaro Giuliano Vangi, artista e scultore di fama internazionale che per alcuni anni aveva vissuto anche a Varese. Vangi, classe 1931, era nato in Toscana, a Barberino del Mugello, si era trasferito in Brasile a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta per poi imporsi, al suo ritorno nel nostro Paese, come uno degli scultori più rilevanti della sua generazione.
Tra chi lo piange, oggi, anche Pietro Scampini: lo scultore di Castronno è stato amico e collaboratore di Vangi e non ha dimenticato il lavoro fianco a fianco e le tante esperienze vissute insieme. «Ho avuto la fortuna di conoscerlo tanti anni fa – racconta Scampini – e per due anni Giuliano ha voluto condividere lo studio con noi giovani. Si dimostrò una grande persona, non solo per la sua modestia ma anche per la grande umanità e per l’attenzione verso il prossimo».
La foto in apertura ritrae proprio Vangi e Scampini (con la barba) nella bottega “Nicoli” di Carrara. «Sei stato un grande, come scultore e come persona – conclude l’artista di Castronno nella sua memoria – I tuoi sguardi e i tuoi silenzi sono sempre vivi nella mia memoria».
Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Vangi ha iniziato la sua carriera artistica nel secondo dopoguerra ed è conosciuto per le sue opere scultoree che spaziano da materiali tradizionali, come il bronzo e il marmo, ad altri come il legno, il vetro e la terracotta. La sua arte si caratterizza per l’espressionismo e l’approccio umanista, spesso affrontando temi universali come la sofferenza, la spiritualità e la condizione umana. Ha esposto le sue opere in numerose mostre sia in Italia sia all’estero, ricevendo numerosi riconoscimenti e premi per il suo contributo all’arte contemporanea. Tra le sue opere più celebri vi è il monumento a Dostoevskij a San Pietroburgo, in Russia, e la statua del Cristo Risorto nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
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