Apre il parco di Busto Arsizio dedicato ad Emanuela Loi, la prima agente di scorta donna

Il parco tra via Galvani e via Bellini ospita una palestra all'aperto, il bookcrossing, la piazza della lettura e gli orti didattici. La nipote di Loi: "Voleva fare la maestra perchè amava i bambini"

inaugurazione parco emanuela loi busto arsizio

È stato inaugurato questa mattina, martedì, un nuovo parco a Busto Arsizio tra le vie Galvani e Bellini, uno spazio dedicato alla riflessione e alla lettura, a disposizione di tutti i cittadini.

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Il nuovo parco di Busto Arsizio dedicato a Emanuela Loi 4 di 11

Per volere del consiglio comunale è stato dedicato a Emanuela Loi, l’agente di scorta della Polizia di Stato morta nella strage mafiosa di via D’Amelio a soli 24 anni insieme al magistrato Paolo Borsellino il 19 luglio 1992 e ad altri quattro agenti della scorta (Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina). Il suo sacrificio fu doloroso due volte, in quanto prima donna della storia a ricoprire quel ruolo e prima caduta della Polizia.

Da luogo abbandonato a ritrovo del quartiere

L’area verde era un frutteto abbandonato da molti anni che l’amministrazione comunale ha voluto rendere fruibile a tutta la cittadinanza. L’idea è stata portata avanti dal consigliere comunale delegato al verde Orazio Tallarida che questa mattina ha tagliato il nastro insieme al sindaco Emanuele Antonelli, alla presidente del Consiglio Comunale Laura Rogora e diversi consiglieri di maggioranza e di opposizione.

Sport, libri e orti didattici

Il nuovo parco ospita una palestra all’aperto con vari attrezzi, alcuni alberi da frutto, un orto didattico che sarà curato dai bambini della vicina scuola elementare, una casetta del bookcrossing e una piazza della lettura che potrà ospitare piccole manifestazioni dedicate ai libri. L’area è un piccolo polmone verde nel quartiere di San Giuseppe e donerà a chi vive intorno momenti di relax e di svago all’aria aperta.

La ricorrenza della giornata in memoria delle vittime innocenti delle mafie

All’inaugurazione, che arriva a pochi giorni dalla giornata che ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie, hanno partecipato anche tanti bambini e i ragazzi delle scuole medie che hanno ricordato la figura eroica dell’agente Emanuela Loi. L’onore di scoprire la targa è stato concesso al dirigente del Commissariato di Busto Arsizio Franco Novati, in rappresentanza dell’intero corpo.

La lettera della nipote omonima, anche lei poliziotta

Toccante la lettera scritta dalla nipote Emanuela Loi, stesso nome e cognome, stesso lavoro. Purtroppo a causa di impegni non ha potuto partecipare all’evento dedicato alla zia ma ha voluto lasciare un segno importante con una lettera toccante nella quale, oltre a ringraziare il Comune di Busto Arsizio per l’intitolazione ha voluto ricordare chi era Emanuela Loi: «Emanuela era una ragazza semplice e solare, una ragazza normale che voleva vivere la sua vita da poco più di ventenne. Il suo sogno è sempre stato fare la maestra perché amava tanto i bambini, ma le circostanze della vita, tra cui l’influenza della sorella Claudia, la portarono a iscriversi al concorso per diventare agente di Polizia, quasi per gioco e per fare compagnia appunto alla sorella. Emanuela superò brillantemente tutte le prove concorsuali e nel 1989 partì per Trieste per svolgere il corso di formazione. La sua prima destinazione di assegnazione fu Palermo, una città diversa rispetto a Cagliari dove viveva, cosicché i primi tempi furono molto duri. Ma lei non si arrese e si dedicò con impegno e dedizione al suo servizio e nel giro di pochi mesi si ambientò e si affezionò al suo lavoro e sperava tanto di fare carriera in polizia. Fu impiegata in tante mansioni finché poi entrò a far parte dell’Ufficio scorte. Il destino volle che quella domenica pomeriggio del 19 luglio 1992 insieme al giudice Paolo Borsellino ci fosse pure lei. Morirono insieme al giudice anche i suoi colleghi Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Emanuela aveva solo 24 anni».

Di grande profondità e senso dello Stato le ultime parole scelte per spiegare cosa provano ancora oggi i famigliari: «Questa tragedia ha tracciato su noi familiari dei solchi profondi di sofferenza, ma sinceramente vi dico che non conserviamo dei sentimenti di odio verso gli assassini, bensì un desiderio di giustizia, legalità e di memoria. Infatti memoria significa mantenere viva una persona che non c’è più, per non dimenticare e soprattutto per soffermarsi e per riflettere sulla penetrazione delle mafie nella nostra società e fare in modo che questo non accada più. E’ questa l’eredità che ci ha lasciato Emanuela».

La marcia della legalità con Salvatore Borsellino

Il sindaco ha, infine, colto l’occasione per ricordare la marcia della legalità che si svolgerà venerdì 22 marzo in città, alla presenza di Salvatore Borsellino, fratello “militante” di Paolo, da sempre impegnato in prima linea nella lotta alla cultura mafiosa: «Sarà con noi e con i tanti studenti delle scuole che hanno organizzato questo momento per ricordare le tantissime vittime innocenti della mafia».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Marzo 2024
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