“Cinquanta sfumature di grigio” in tribunale a Varese. «Mia moglie voleva le frustate»

Processo a un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. La difesa della sorella: «I lividi su mia cognata? Dovuti alla pole dance che praticava» (foto: dal film)

"50 sfumature di grigio", il film (inserita in galleria)

«Non ho mai abusato di mia moglie. Era lei che voleva fare “Cinquanta sfumature di grigio”, libro che non avevo mai letto. Quella sera voleva che la frustassi». Il giudice legge in aula le memorie dell’imputato per fatti contestati legati a episodi di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nell’autunno 2019.

In aula è presente l’imputato con il suo legale e l’avvocato di parte civile, cioè la donna che ha denunciato il marito appunto per fatti di quasi cinque anni fa. Sono stati sentiti, dopo la lettura della memoria, anche i testimoni della difesa tra cui la sorella dell’imputato che ha raccontato i gusti sportivi della parte offesa. Una donna che praticava “pole dance” e amava, sempre secondo il racconto della cognata, un approccio “forte” con il sesso.

«Mi piacerebbe che tuo fratello facesse questo con me» ha spiegato la testimone ricordando un colloquio avvenuto dopo aver visto la pellicola, tratta dalla saga nata dalla penna di E. L. James. Frasi pronunciate dalla parte offesa direttamente e riferite all’imputato nel frangente in cui si consumarono i fatti contestati: «”Sveglialo” mi diceva, riferito a mio fratello, riferendosi in particolare alle sue abitudini sessuali».

E i maltrattamenti contestati dalle accuse? «Gli unici lividi che ho visto su mia cognata erano dovuti alla pole dance. Segni che si vedevano sulla sua pelle quando indossava vestiti corti». Il processo continuerà dunque con la deposizione di altri testimoni.

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Pubblicato il 12 Marzo 2024
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