Cosa c’è nella legge europea sull’intelligenza artificiale
Il parlamento europeo ha approvato l'AI Act, la prima norma al mondo che regolamenta l'uso dell'intelligenza artificiale
Il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, la prima legge al mondo che regolamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Ecco quali sono le principali previsioni della norma che ha avuto come primo relatore l’europarlamentare italiano Brando Benifei.
Intanto, i divieti. Non è possibile raccogliere immagini di volti da Internet per addestrare gli algoritmi ed è vietato il riconoscimento delle emozioni nei posti di lavoro e nelle scuole. No anche ai sistemi di social scoring, quel sistema di credito sociale utilizzato in Cina per premiare e punire i comportamenti dei cittadini, e alla polizia predittiva.
Viene vietato, e questo è stato uno dei punti più dibattuti, il riconoscimento facciale e biometrico in tempo reale. Con alcune eccezioni: sarà lecito impiegarlo per cercare vittime di reati e persone scomparse, in presenza di minacce alla sicurezza delle persone o di attaccao terroristico e per l’identificazione degli autori di alcuni reati tra cui il traffico di esseri umani, di droga, di armi e la pedopornografia.
La norma identifica poi una serie di impieghi dell’AI definiti ad alto rischio. Chi li sviluppa deve stabilire dei sistemid i controllo ed essere trasparente nella gestione dei dati, chiarendo l’origine di quelli impiegati per addestrare l’algoritmo. Tra questi ci sono ad esempio quelli impiegati per il riconoscimento delle emozioni, quelli utilizzati nella formazione, per valutare i curriculum o per distribuire sussidi da parte della pubblica amministrazione.
La norma si occupa anche di contrastare le fake news. I modelli che impiegano dati non categorizzati, come ChatGPT per citare il più celebre, devono fare in modo che i contenuti generati abbiano un marcatore, leggibile da una macchina, che li identifichi come generati da un’intelligenza artificiale. E i video deepfake, quelli generati appunto da un AI che raffigurano persone reali, dovranno essere etichettati come tali.
Ci vorranno un paio d’anni perché però i divieti entrino pienamente in vigore. Entro sei mesi i soggetti che sviluppano modelli di AI dovranno compiere una valutazione sull’entità dei rischi posti dalla loro arrività. Da qui a un anno entreranno in vigore le norme sulle intelligenze artificiali generative, tra due scateranno le sanzioni, con multe che vanno dall’1,5 al 7,5% del fatturato globale delle aziende che dovessero violare l’AI Act.
L’immagine di copertina è stata realizzat con ChatGPT
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