Dalla chat parte l’estorsione: “Trecento euro e non dico nulla alla tua fidanzata”
Il messaggio su Telegram. Poi la denuncia del ragazzo che è oggi parte offesa in giudizio dinanzi al giudice monocratico. "Pensavo fosse mia coscritta", invece lei ha 60 anni
![telegram](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/03/telegram-1625631.610x431.jpg)
Messaggi. Chat nel pieno della pandemia. Voglia di evasione e di contatti col mondo, forse con qualche parola di troppo. Ma poi la doccia fredda: «Pagami 300 euro oppure giro le chat, tutto quello che si siamo detti e scritti alla tua fidanzata».
La donna dall’altro capo dello smartphone si spacciava per una coetanea di quella che è diventata una sua vittima, cioè un ragazzo non ancora trentenne. Invece la signora oggi imputata di anni ne ha il doppio ma è riuscita ad attaccare bottone col ragazzo durante la pandemia, nel 2020, sfruttando le chat di Telegram, social che in quegli anni si stava rapidamente diffondendo peraltro con la nomea di uno strumento affidabile e non sottoponibile a intercettazione alcuna visto l’evoluto sistema criptato impiegato.
Il giovane dopo i messaggi che di fatto trasformarono la sua luna di miele digitale in estorsione ha deciso di denunciare, e la donna è finita di fronte al giudice monocratico di Varese. Nell’udienza di martedì è stato ascoltato in aula proprio il ragazzo raggirato, che ha raccontato di aver peraltro ricevuto altri messaggi da una decidente avvocata della persona con la quale era in contatto che appunto proponeva di fare da paciere. La sentenza è attesa nelle prossime settimane dopo aver sentito altri testimoni.
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