Fiom Cgil: “Cosa aspetta Ktm a presentare il piano industriale per Mv Agusta?”
Il sindacato dei metalmeccanici non è stato ancora contattato dalla nuova proprietà austriaca e bolla come "fantasiosa" la narrazione del caso Husqvarna fatta da Ktm
Nella giornata di presentazione alla stampa del nuovo board di Mv Agusta dopo l’acquisizione del pacchetto di maggioranza di Ktm ag, Luca Martin, direttore esecutivo e vice amministratore delegato dell’azienda motociclistica della Schiranna, disse di aver parlato con i lavoratori, per capire come avessero accolto la notizia del passaggio di proprietà, ma non con le parti sociali.
MANCA UN PIANO INDUSTRIALE
La Fiom Cgil non ci ha pensato due volte e ha deciso di prendere in mano la situazione, considerato che la nuova proprietà ha già esternato a mezzo stampa in tema di investimenti, riorganizzazioni, nuove assunzioni e aumento dei volumi di produzione senza però aver ancora presentato un piano industriale per Mv Agusta. «Ormai da troppo tempo leggiamo sulla stampa dichiarazioni contrastanti su Mv Agusta, ma fino ad oggi non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali che poi si siano dimostrate veritiere. Proprio negli ultimi giorni apprendiamo sempre dalla stampa che la trasparenza e il buon senso siano alla base dell’operazione di Ktm ag di acquisire il controllo della maggioranza di Mv Agusta, ma ci chiediamo quale sia il reale futuro dell’azienda varesina. Vorremmo che oltre alle belle promesse ci venga presentato nel dettaglio un piano industriale credibile che dia sicurezza in termini di occupazione e volumi».
IN ATTESA DEL BILANCIO 2022
Le preoccupazioni della Fiom Cgil si fondano su due argomenti: la non deposizione del bilancio del 2022 da parte di Mv Agusta – il 2022 è l’anno in cui Ktm è entrato con una quota di minoranza nella proprietà della casa motociclistica varesina – e la mancata soluzione di alcune criticità che avevano già segnato la precedente gestione che il sindacato di categoria elenca una per una: «I problemi per i clienti nel reperire parti di ricambi, la rete vendite ridotta all’osso, le poche moto vendute e una produzione rivista sempre al ribasso non aiutano a comprendere una situazione complicata».
LA QUESTIONE VOLUMI DI PRODUZIONE
Nella complicazione dello scenario agli occhi del sindacato c’è proprio la questione dei volumi: «Nel 2023 sono state prodotte solo 5.600 moto rispetto alle 8.500 preventivate – afferma la Fiom – e per il 2024 si prevedeva di produrne 11.000, ma tra fermi produttivi e problematiche varie, se ne produrranno solo 6.000, ovvero 24 moto al giorno». Le tute blu della Cgil si chiedono inoltre «se e quali saranno i nuovi modelli? Che fine hanno fatto la Lucky Explorer 5.5 e la partnership con QJ Motor? Quale sarà il futuro del progetto Lucky Explorer rispetto anche a dichiarazioni con cui Stefan Pierer bocciava il progetto?»
IL CASO HUSQVARNA
La ricostruzione del caso Husqvarna fatta da Luca Martin viene bollata dal sindacato come «fantasiosa e – aggiunge la Fiom Cgil – per rispetto dei lavoratori non diremo nulla, quello che conta sono i fatti. E Ktm comunicò la chiusura dello stabilimento di Biandronno solo pochi giorni dopo l’acquisizione, lasciando tutti senza lavoro. E quindi aveva deciso di chiudere prima ancora di entrare in possesso dello stabilimento».
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