Fondi per l’ospedale nuovo, il Pd di Busto Arsizio presenta una mozione: “Il governo ripristini i fondi”
I democratici si allineano alla protesta di Astuti e Alfieri e parlano di "ennesimo insulto ai cittadini già provati dalle infinite liste d'attesa, da parte del governo Meloni"
Anche la segreteria e il gruppo in consiglio comunale del Pd a Busto Arsizio commentano la polemica aperta dai colleghi di partito Alessandro Alfieri e Samuele Astuti sulla questione dei fondi per il nuovo ospedale unico di Busto Arsizio.
Secondo il senatore e il consigliere regionale, infatti, negli 1,2 miliardi tagliati dai fondi Pnrr ci sarebbe anche la nuova opera che dovrebbe sorgere nell’area di Beata Giuliana, una ricostruzione smentita subito dopo dal deputato leghista Stefano Candiani.
Di seguito la nota dei Dem bustesi.
Il Governo Meloni è pronto a tagliare 1,2 miliardi sulla sanità. Con le previsioni del nuovo decreto 19/24 il finanziamento tramite PNC/PNRR per case e ospedali di comunità viene cancellato e gli interventi passano in capo alle regioni.
Per Regione Lombardia si stimano 220 milioni di euro in meno di interventi da finanziare ora con risorse del fondo per l’edilizia sanitaria regionale, che risultano tuttavia già assegnate in sede di programmazione regionale.
Sullo stesso fondo grava infatti anche il finanziamento dell’ospedale unico Busto-Gallarate e senza risorse aggiuntive non è più possibile avere certezza sull’ordine di priorità degli interventi da realizzare.
Il Partito Democratico di Busto attraverso il suo gruppo consiliare ha depositato una mozione, firmata anche dal gruppo Progetto in Comune, per chiedere al Sindaco e alla giunta di farsi promotori presso Stato e Regione dell’abrogazione della normativa nazionale.
L’obiettivo è quello di ottenere il ripristino delle linee di finanziamento PNRR per ospedali e case di comunità, chiedendo anche conferma del necessario investimento in edilizia ospedaliera sul territorio di Busto.
Da parte del Governo Meloni è arrivato l’ennesimo insulto ai cittadini del nostro territorio già provati dalle lunghe liste d’attesa e ormai costretti a rivolgersi sempre di più alla sanità privata. Un intervento in edilizia ospedaliera sul territorio non é ormai più prorogabile a meno di un progressivo e inevitabile declino nella qualità del servizio sanitario pubblico.
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