Gli ospedali più attrattivi in aiuto di quelli periferici: la strategia dell’assessore Bertolaso per trovare medici
Le soluzioni trovate come per la pediatria della Valle Olona o la cardiologia a Sondalo mirano a costruire una rete di collaborazione tra ospedali per eliminare i gettonisti

« La Lombardia è un fantastico territorio che non riesce a fare squadra anzi si parla addosso. Lavoriamo partendo da qui per costruire una rete di lavoro integrato come tutti ci stanno chiedendo» È l’indicazione strategica che l’assessore al Welfare regionale Guido Bertolaso ha raccontato a manager sanitari, sindaci, rappresentanti del terzo settore invitati alle Ville Ponti di Varese da Ats Insubria per un incontro e confronto.
Due ore e mezza dove i tre dirigenti delle Asst del territorio di Ats Insubria, Giuseppe Micale della Sette Laghi, Daniela Bianchi della Valle Olona e Luca Stucchi della Lariana hanno parlato di presente e futuro delle aziende ospedaliere. Ospiti del DG di Ats Giuseppe Goia, i rappresentanti del territorio, a diverso titolo, hanno parlato di pregi e difetti di un sistema sanitario integrato che ha grandi ambizioni ma ancora poche risorse.
E proprio di coperta corta e di sinergia ha parlato l’assessore regionale riferendosi alla condivisione messa in atto, per esempio, da Policlinico e Asst Valle Olona per coprire i turni dei pediatri lasciati liberi dai gettonisti, una volta scaduto il contratto, e come sta avvenendo negli ospedali di Sondalo e dell’Alto Lario dove sono impegnati cardiologi inviati dall’ospedale Niguarda di Milano. « Costruiamo una rete di ospedali che possano inviare personale laddove manca».
La “coperta corta”, però, deve preoccupare: il bando promosso dal San Matteo di Pavia per reclutare pediatri da inviare ai reparti degli ospedali di Busto Arsizio e di Gallarate non ha sortito il risultato sperato e si è dovuti ricorrere a personale “in prestito” da altre aziende in un modello “hub and spoke” dove i presidi della Valle Olona diventano periferici dell’ospedale milanese. Lo stesso prestito e modello operativo dovrebbe attivarsi con la Sette Laghi chiamata a fornire 8 specialisti in pediatria che, al momento, non ha.
Il discorso dal piano della dirigenza si sposta facilmente su quello del comparto a fronte della carenza di infermieri: « Stiamo adottando un metodo che sul territorio varesino è già stato collaudato. Parliamo dell’operazione Magellano: presto andrò in Sud America per avviare accordi specifici che riguardano proprio gli infermieri. È un modello di reclutamento che sono sicuro si diffonderà in tutt’Italia». La Sette Laghi si appresta ad accogliere, in primavera, un nuovo gruppo di 12 infermieri mentre si fanno i conti con risultati in chiaro scuro del precedente innesto.

L’assessore Bertolaso scommette sulla rete e sulla capacità dei presidi più attrattivi, soprattutto quelli milanesi come Niguarda o il Policlinico, di reclutare personale da smistare poi in tutta la regione. Le carenze di personale però rischiano di lasciare vuoti qua e là che si dovranno coprire con turni straordinari del personale in corsia. La sostenibilità dell’attuale rete ospedaliera con offerta capillare è da tempo tra le criticità che il sindacato Anaao solleva: « Con il sindacato si sta ragionando in termini di riorganizzazione. Abbiamo già fatto passi importanti e continuiamo a lavorare».
La sfida di Bertolaso per eliminare le cooperative dagli ospedali è importante: la Sette Laghi è riuscita a eliminare i gettonisti dai suoi pronto soccorso soprattutto grazie ai suoi sforzi per assumere, la Valle Olona si affida a ospedali esterni per mantenere i livelli dei suoi servizi attendendo il rilancio che arriverà con l’ospedale unico: « Arriverà – promette Bertolaso – questa scommessa la vinceremo. La direttrice Bianchi ha ipotizzato l’inaugurazione nel 2029. Credo che stia già vivendo notti agitate in vista di quella data…».
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