La proposta del garante dei detenuti di Busto Arsizio: “Fate un consiglio comunale in carcere”

Pietro Roncari e il cappellano del carcere don David Maria Riboldi hanno presentato la relazione sulla situazione di via per Cassano: "Busto sta facendo molto ma la situazione continua ad essere critica"

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La proposta arriva dal garante dei detenuti di Busto Arsizio, Pietro Roncari, «facciamo un consiglio comunale in carcere». Pronta la battuta del sindaco Antonelli «in quel caso sarebbe a porte chiuse». Si è chiusa con una provocazione la relazione annuale del garante – arrivata a sorpresa prima dell’inizio del consiglio comunale di ieri sera (martedì) – affiancato dal cappellano del carcere don David Maria Riboldi, nella sala esagonale.

Roncari ha fatto il punto sulla situazione relazionando sulla proposta formativa presente in via per Cassano, su quella lavorativa (alla quale contribuisce anche la cooperativa Ezechiele di don David), sui servizi per i detenuti e per i parenti dei detenuti (ad esempio il servizio di trasporto pubblico). Il garante ha sottolineato che c’è molto da fare per quanto riguarda i servizi e per il dopo carcere: «Casa e lavoro sono priorità per evitare che chi esce torni a delinquere». Non a caso sono stati citati i dati del Cnel: «Tra chi esce con un lavoro solo il 2% torna in carcere mentre tra chi non ha un’occupazione la recidiva sale al 70%».

Poi c’è il problema del sovraffollamento con numeri stabilmente sopra i 400 detenuti a fronte di una capienza che è di poco più di 200 «problema annoso che solo durante il covid, con le scarcerazioni agevolate, ha fatto respirare un po’». Il garante ha anche ringraziato il comune di Busto Arsizio per quanto ha fatto negli ultimi anni, un dovere anche perchè il carcere è sul territorio cittadino, ma non del tutto scontato se si pensa che gli altri comuni che pure hanno detenuti, non collaborano (nonostante i ripetuti appelli dell’assessore Paola Reguzzoni).

Importante il ruolo assunto dal cappellano che è anche parroco di Sant’Anna. Grazie alla sua cooperativa e agli accordi con il Comune di Busto, è stata avviata la digitalizzazione degli archivi «un lavoro che anche altre amministrazioni potrebbero appaltare alla cooperativa» – come ha detto il sindaco Antonelli. Una ventina i detenuti ed ex-detenuti che hanno trovato impiego nel capannone di Fagnano Olona.

La relazione, seppur non messa all’ordine del giorno, ha trovato il favore dell’intero consiglio comunale. Chissà che davvero l’idea di un’assise tra le mura della casa circondariale possa trovare breccia e mostrare a tutti la realtà difficile che si vive dietro le mura di via per Cassano.

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Orlando Mastrillo
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Pubblicato il 27 Marzo 2024
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