La quarta elementare di Lozza a scuola di scacchi: uno sport per crescere
Il corso è guidato dal “papà”, nonchè campione di scacchi a livello nazionale e direttore tecnico della società scacchistica Città di Varese, Luca Maroni
Sviluppare l’attenzione, la capacità di analisi e di problem solving, rinforzando la memoria, in particolare quella visiva, la lucidità e la capacità di astrazione. Ma non solo, c’è anche lo sviluppo della creatività, della fantasia e dello spirito di iniziativa, oltre a promuovere una sana competizione, il rispetto per gli altri, l’accettazione del confronto e la fiducia nei propri mezzi.
Questo e molto altro è ciò che i bambini sviluppano grazie agli scacchi, molto chiaro al plesso di Lozza dell’Istituto Comprensivo Anna Frank di Varese, che ha promosso questo corso per la sua terza edizione. Quest’anno, i partecipanti sono stati gli studenti della quarta elementare: per 18 ore, 2 volte a settimana, con l’ultima lezione tenutasi mercoledì 13 marzo.
Il corso è guidato dal “papà” Luca Maroni, anche campione di scacchi a livello nazionale e direttore tecnico della società scacchistica Città di Varese, realtà che promuove corsi dedicati agli adulti ma anche ai ragazzi e ai bambini più piccoli.
Gli scacchi sono uno sport che, come racconta Luca, ha visto molti avvicinarsi ad esso durante la pandemia e che, nonostante la sua complessità, permette a chiunque di iniziare e migliorare dalle prime partita. «Dopo 7 lezioni, su 8 programmate, i bambini che non sapevano nulla degli scacchi sono già in grado di muovere tutti i pezzi, di giocare partite con mosse corrette e persino di sedersi di fronte a un campione e disputare una partita corretta» racconta Luca con orgoglio.
Durante le lezioni di tecnologia, sia attraverso l’utilizzo della lavagna interattiva multimediale (LIM) che delle scacchiere da banco, i giovanissimi hanno avuto l’opportunità di immergersi in questo affascinante sport, che, nonostante la sua complessità, ha attirato la loro attenzione. Complesso, effettivamente, è molto complesso. Pensate che ci sono più possibili mosse teoriche in una partita di scacchi che atomi nell’universo. Un calcolo, questo, che fu eseguito dal matematico Claude Shannon, il quale teorizzò ogni possibile mossa effettuabile nel corso di una partita sulla scacchiera di 64 caselle con i 32 pezzi, «questa cosa fa sempre scalpore – aggiunge Luca – , ha dell’incredibile e a noi amatori ci ha sempre sconvolto».
«Pur nella loro complessità, però – continua il campione – gli scacchi riescono a far percepire regole precise: ogni pezzo ha i propri movimenti, libertà o meno di muoversi, insegna la gerarchia e il valore dei pezzi, dalla regina al re, e poi ci sono i pedoni, aiutanti che hanno valore minore e fanno parte del mini esercito. Questa dimensione – spiega il campione – crea parallelismi con la vita di tutti i giorni, dove ogni individuo contribuisce con il proprio ruolo».
Sono infatti diversi gli studi sulla valenza didattica che lo sport degli scacchi ha, «questo perchè per esempio insegnano la capacità di concentrazione e il calcolo, o a pianificare la giornata». A pensarlo, è anche la maestra Gaia, che con entusiasmo segue i suoi bambini nel corso: «Partiti dal confronto col genitore di una nostra alunna nonché campione di scacchi a livello nazionale, si è riflettuto sulle numerose potenzialità in ambito didattico della pratica del gioco stesso, in particolar modo sulla ricaduta positiva su una serie di abilità cognitive, emotive e relazionali di base oggi comunemente denominate Life Skills. Il gioco degli scacchi in classe col gruppo dei pari sta sviluppando negli alunni l’attenzione, la capacità di analisi e di problem solving, rinforzando la memoria, in particolar modo quella visiva, la lucidità e la capacità di astrazione. Altri ingredienti che gli alunni portano con sé durante il gioco sono la creatività, la fantasia e lo spirito d’iniziativa. Sul piano relazionale puntiamo a stimolare la sana competitività, il rispetto dell’altro, l’accettazione del confronto e la fiducia nei propri mezzi. In corso d’opera ne abbiamo osservato anche la valenza altamente inclusiva: tutti gli alunni, esperti e meno esperti, attraverso la situazione ludica, gestiscono meglio lo stress, credono maggiormente in sé stessi e nella loro capacità di prendere decisioni corrette. Insomma, le nostre lezioni di scacchi hanno certamente contribuito allo sviluppo di tutte quelle competenze che rendono i nostri alunni pronti ad affrontare le sfide della vita di tutti i giorni».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
axelzzz85 su Candiani difende la modifica sui ristorni: "Non è uno scippo ai comuni ma un percorso per far fronte alle crisi occupazionali"
lenny54 su Candiani difende la modifica sui ristorni: "Non è uno scippo ai comuni ma un percorso per far fronte alle crisi occupazionali"
Martac98 su Scontro nella notte a Lonate Ceppino, a bordo quattro giovani tra 18 e 20 anni
Martac98 su CBD e insonnia: CBnight, il rimedio naturale per dormire bene
italo su Furto all'oratorio di Albizzate: sottratta strumentazione del coro John Paul II Choir nella settimana dei concerti di Natale
Tsilvia su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.