L’assessore Fermi: “A 22 anni facevo il deejay e studiavo all’università. La politica ha dato una svolta alla mia vita”

L'assessore regionale all’Università, ricerca e innovazione invita i giovani a prendere parte attiva nella vita amministrativa locale, sottolineando l'importanza del rinnovo generazionale in politica

politica generiche

Alessandro Fermi, assessore all’Università, ricerca e innovazione di Regione Lombardia, è arrivato alla Camera di Commercio di Como per l’assemblea di Confcooperative Insubria in netto anticipo sui tempi previsti. Si è accomodato in prima fila e quando ha intravisto il suo ex professore dei tempi del liceo, lo ha invitato a sedersi accanto a lui, con quella giusta deferenza che si deve agli ex professori.
Per uno nato a Como 49 anni fa e residente ad Albavilla, paese del Comasco, era dunque come giocare in casa. E forse proprio per questo e consapevole della grave crisi che stanno attraversando i partiti politici nel rapporto con le nuove generazioni, ha parlato, senza “reti di protezione” e rivolgendosi ai giovani, della sua esperienza e del significato di fare politica oggi.

A VENT’ANNI LA POLITICA NON MI INTERESSAVA

«A me, a ventidue anni, non fregava niente della politica. Facevo il deejay, organizzavo feste e studiavo giurisprudenza con buon profitto» ha raccontato l’assessore regionale. Un giorno il padre di Fermi, che era il medico di Albavilla, domandò al figlio se avesse voluto candidarsi alle elezioni amministrative. «Era chiaro che qualcuno aveva chiesto a lui di candidarsi – ha continuato Fermi – e di fronte al suo rifiuto, pur di non perdere i voti dei mutuati, gli ha chiesto la mia disponibilità. Mio padre senza forzarmi mi disse: “Male che vada fai un’esperienza”».

LA PRIMA CANDIDATURA E LA PRIMA  SCONFITTA

Alessandro Fermi si candidò, perse le elezioni, ed entrò in consiglio comunale in minoranza, facendo, appunto, un’esperienza che ancora oggi sul piano della crescita personale reputa «quasi più importante di quella universitaria». Successivamente diventò sindaco di Albavilla, consigliere provinciale e la sua carriera politica continua dopo 27 anni in Regione Lombardia, nel ruolo di assessore all’Università, ricerca e innovazione. «Questo messaggio voglio mandarlo a tutti i ragazzi – ha detto Fermi – soprattutto a quelli che non hanno ancora le idee chiare: partecipate, provate, sperimentate la politica. I provvedimenti che alzano il numero dei mandati da due a tre nei comuni sopra i quindicimila abitanti e senza limiti di mandato in quelli al di sotto dei cinquemila abitanti, servono a compensare la mancanza di partecipazione alla vita amministrativa locale. La conseguenza di tutto questo è evidente: se meno gente partecipa la concorrenza diminuisce e nel giro di pochi anni si abbassa anche la qualità».

SEMPRE LE STESSE FACCE

L’assessore regionale ha invitato i presenti a fare la prova del nove alle prossime amministrative in provincia di Como: «Andate a vedere i candidati dei 90 comuni al voto e vi renderete conto che sono sempre le stesse facce. Ci sono stati casi in cui sindaci che hanno svolto il loro mandato anni fa sono stati richiamati perché non c’è nessun altro che si candida. In politica manca un ricambio generazionale».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 12 Marzo 2024
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