Legambiente Valceresio: “Perché diciamo no alla ciclopedonale con passerella alle grotte della Valganna”

Legambiente contro il progetto della Comunità montana del Piambello ma il presidente Paolo Sartorio difende l'idea di una soluzione che renderebbe unica la ciclabile della Valganna

Induno Olona - progetto pista ciclopedonale Valganna

Legambiente Valceresio boccia il progetto del secondo lotto della pista ciclopedonale della Valganna e chiede una sospensione del progetto per rivederne l’impostazione.

“Non diciamo no alla pista ciclabile – spiega Sergio Franzosi, presidente dell’associazione ambientalista – ma a questo progetto che comporterebbe la distruzione dell’unicità dell’area delle Grotte di Valganna e ad un prevedibile turismo aggressivo e dannoso da “Valgannaland”. Occorre sospendere e rivedere il progetto del secondo lotto. Siamo favorevoli ad una pista ciclabile ma contrari all’alterazione paesaggistica, già iniziata dal momento che per la fase progettuale attuale sono già stati tagliati tutti gli alberi ed arbusti sul limitare del ramo del fiume Olona che costeggia l’ultimo tratto della SS233 della Valganna prima della galleria Bregazzana, nella forra dell’Olona e fino al ristorante Grotte di Valganna».

Le obiezioni di Legambiente

Il progetto per il secondo lotto, commissionato dalla Comunità montana del Piambello prevede la realizzazione di  un’infrastruttura sopraelevata  su cui poggia una passerella di 2 metri e mezzo, che partendo di lato alla statale SS233 oltrepassa in quota la galleria Bregazzana con strutture in acciaio ancorate alla parete rocciosa, prosegue nella valletta in quota, sempre ancorata alla roccia, e poi scende al termine  della galleria sul piano della statale, di lato al guardrail, fino al Ristorante.

«Questa struttura – spiega Franzosi – altera completamente per centinaia di metri la percezione visiva dei luoghi e manifesta un impatto devastante. Si tratta di una zona delicata, fragile che fa parte di un’area più ampia, dalla Valfredda (monumento naturale), passando dalle forre dell’Olona, fino alla Fontana degli ammalati. Un’area ovviamente da tutelare. Parte dell’infrastruttura invade anche l’area del Parco del Campo dei Fiori e ricade nella zona di rispetto dei torrenti esistenti. In questa zona, inoltre, ci sono numerose peculiarità archeologiche (esistenza di comunità umane durante il neolitico), storiche, naturalistiche, geologiche, idrologiche. Verrebbero dunque stravolte l’essenza, la bellezza e l’integrità di una delle aree più autentiche, antiche e  particolari della nostra provincia, di cui abbiamo amplia letteratura scientifica e documentazione. In conclusione il progetto in studio di fattibilità è inadatto per il luogo dove viene proposto e notevolmente costoso: oltre 2.000.000 di euro, quasi pari ad un infrastruttura automobilistica. Inoltre il tratto vicino alla Fontana degli ammalati soggetto ad importanti tagli di piante, ha già subìto una decina di anni fa dei danni: la captazione oggi avviene direttamente dalla Fonte degli Ammalati, prima era disponibile per tutti. Questo tratto potrebbe in un secondo momento, essere sostituito da un percorso turistico fruibile solamente a piedi  che valorizzerebbe le peculiarità per un turismo lento e sostenibile, senza alterazioni  significative dell’attuale sedime vista la sua unicità e preziosità».

Secondo Legambiente, infine, una valida alternativa per il secondo lotto esiste già: il Sentiero del Giubileo che sale al Montallegro.

La posizione della Comunità montana

Obiezioni che non trovano d’accordo Paolo Sartorio, presidente della Comunità montana del Piambello, ente che sta curando la parte progettuale: «Il progetto ancora non esiste, siamo allo studio di fattibilità, ed è per questo che è stata fatta recentemente una pulizia, non un disboscamento, per poter effettuare i rilievi in base ai quali verificare, appunto, la fattibilità del progetto. Una pulizia necessaria anche perché diversi arbusti cadevano sul guardrail e nei riali sottostanti. Inoltre adesso si vede il ramo dell’Olona che scorre lì e che quasi nessuno conosce».

Per quanto riguarda l’ipotesi della passerella in corten – un particolare tipo di acciaio arrugginito la cui patina di ossidazione costituisce una finitura che si armonizza in un ambiente naturale – Paolo Sartorio spiega che sono state vagliate diverse ipotesi: «Sempre ricordando che siamo ad un’ipotesi di progetto, la passerella è la soluzione che come Comunità montana, Provincia e Comune di Induno Olona abbiamo ritenuto più idonea per oltrepassare la galleria e dunque continuare il percorso della ciclabile. Sono state avanzate anche altre idee, dal sottopasso ad un ascensore fino ad una galleria parallela scavata nella roccia, ma credo che la passerella renderebbe unica questa pista ciclabile, valorizzando molto il territorio e senza essere troppo invasiva, tenendo conto che non ci sarebbero i piloni di cemento dell’ipotesi stesa nel 2019 e che i pilastri in corten della passerella non entrerebbero nel fiume ma poggerebbero sul terreno, di fianco al guardrail. Certo se in fase di studio di fattibilità dovessero sorgere ostacoli insormontabili, come la roccia che non regge o altro, si vaglieranno diverse ipotesi. Una cosa è certa, di lì dobbiamo passare ».

Scartata l’idea di salire al Montallegro, per via delle pendenze: «E’ una ciclopedonale turistica, non un percorso di mountain-bike, inoltre il tracciato che supera la galleria permette di proseguire lungo una zona particolarmente bella, riscoprendo  anche un tratto dell’antico trenino bianco della Valganna. L’obiettivo a cui stiamo lavorando con la Provincia e il Comune di Induno, e che è previsto anche nel progetto di valorizzazione del territorio contenuto nel Contratto di fiume dell’Olona approvato dalla Giunta regionale, è quello di una valorizzazione del territorio, non certo di una cosa brutta. E io ritengo che l’ipotesi passerella sia la più bella».

Per quanto riguarda i tempi Sartorio ipotizza qualche mese per poter avere in mano il progetto: «Sarei contento di averlo nel giro di tre mesi».

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Pubblicato il 07 Marzo 2024
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