Reguzzoni testimonial di Busto: a Isoradio parla di Bruscitt e del santuario di santa Maria
L'ex presidente della Provincia, ora presidente dei Repubblicani, è stato ospite della trasmissione radiofonica “Aggiungi un posto in macchina”, condotta da Stefano Bini
![Generico 25 Mar 2024](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/03/generico-25-mar-2024-1627791.610x431.jpg)
Da un lato la tradizione culinaria dei bruscitti, dall’altro la storia e la bellezza del Santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio. Marco Reguzzoni, presidente dei Repubblicani, è stato ospite della popolarissima trasmissione radiofonica “Aggiungi un posto in macchina”, condotta da Stefano Bini e in onda settimanalmente su Isoradio. E in un format che invita a condurre gli ascoltatori alla scoperta delle eccellenze dei territori italiani, Reguzzoni ha potuto fare da testimonial a una ricetta e a un monumento religioso che da sempre gli stanno a cuore.
Due, in particolare, gli elementi su cui si è soffermato il dialogo fra il conduttore e il già presidente della Provincia di Varese: bruscitti e santuario di Busto Arsizio.
Sul fronte dei bruscitti, Reguzzoni ha spiegato non solo caratteristiche e peculiarità della loro preparazione, ma anche il fatto che «in questo piatto povero, che riporta alle nostre radici contadine, c’è tutto il sapore della tradizione popolare, come la capacità di usare gli scarti per comporre un cibo prelibato. Inoltre, la lunga cottura a fuoco lento, era un primissimo passo per l’emancipazione femminile, perché non obbligava più le donne a stare in cucina per ore».
La scelta del santuario di Santa Maria, «un gioiello di stile bramantesco a cui tutti i bustocchi sono legati, e nel quale si conserva la Madonna dell’Aiuto che fermò la peste», è invece avvenuta per fare un parallelismo con la sua copia realizzata a Crespi d’Adda: «Anche se quest’ultima è stata costruita qualche centinaio di anni dopo da una famiglia bustocca all’interno di un grande villaggio operaio del settore tessile, è proprio lei che è diventata patrimonio dell’Unesco. Una storia particolare, come ce ne sono tante nel nostro territorio».
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