Ridurre il divario di genere sul lavoro, l’incontro Cgil, Cisl e Uil per la Giornata della donna
"Vite in equilibrio, il lavoro delle donne" un seminario organizzato dal sindacato confederale sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
“Vite in equilibrio, il lavoro delle donne” è il titolo del seminario che si è tenuto giovedì 7 marzo nella sala consiliare del Comune di Varese. Un incontro organizzato da Cgil Varese, Cisl dei Laghi e Uil Lombardia alla vigilia delle celebrazioni della Giornata internazionale della donna.
Ad introdurre il tema Gaia Angelo, responsabile delle politiche di genere per Cgil Varese, a cui hanno poi fatto seguito gli interventi di Linda Laura Sabbadini, già direttrice dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat, Anna Danesi, consigliera di pari opportunità, Stefania Mantellini, coordinamento Varese Uil Lombardia e Paola Gilardoni, segretaria organizzativa Cisl dei Laghi.
«La prima questione è quella legata alla conciliazione di vita e lavoro, che non deve riguardare solo le donne, ma entrambi i partner – ha sottolineato Gaia Angelo della Cgil-. C’è bisogno insomma di una migliore suddivisione della cura familiare. E quando parliamo di lavoro delle donne, dobbiamo ricordare il divario retributivo di genere. Secondo il rapporto Inps del 2022, il salario medio delle donne è di 17.300 euro, contro i 24.500 di quello degli uomini».
L’affermazione che la conciliazione vita-lavoro sia determinante per promuovere le pari opportunità tra donne e uomini e per sostenere la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, in Italia è destinata a scontrarsi con la realtà, in quanto sono ancora le donne che lavorano a dover trovare un “faticoso” equilibrio tra le diverse dimensioni della vita. «Le indagini sulla convalida delle dimissioni – ha aggiunto Paola Gilardoni della Cisl dei laghi- individuano la complessità di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, l’assenza di supporto per la cura dei figli, i costi per la cura e l’assistenza, e la difficoltà di accesso a regimi orari agevolati. Fattori che risultano le principali ragioni che inducono le donne lavoratrici a rinunciare al lavoro in caso di figli minori di 3 anni».
Oltre al lavoro di cura dei bambini, in questi anni le famiglie si sono dovute impegnare nell’assistenza ai familiari anziani non autosufficienti. Ecco perché, oggi, sempre di più il rapporto tra le dimensioni del lavoro e della famiglia genera bisogni che richiedono innovativi interventi di sostegno, tutela e promozione.
«Come organizzazioni sindacali affermiamo la necessità di rafforzare gli strumenti che promuovano un work life balance – ha detto Stefania Mantellini della Uil – un corretto bilanciamento tra gli impegni del lavoro e della cura dei propri famigliari, a partire dai figli, ma anche dei genitori, in considerazione dei positivi effetti che questi strumenti generano su piano economico ed occupazionale. Bisogna investire nelle politiche di conciliazione, come leva strategica per ridurre il gender gap occupazionale tra uomini e donne, per contrastare il rischio di vulnerabilità economica delle famiglie, per favorire il rafforzamento e la qualificazione dei servizi alle famiglie».
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