“Se mi vedi per strada, pensa a chi sono stato“, a Duno la pietra d’inciampo dedicata a Giuseppe Damia
In tanti alla manifestazione, nonostante il tempo inclemente: «'Zepin' è finalmente tornato a casa. Lo ha accolto il suono delle campane del suo paese»
«Sotto una pioggia torrenziale, con una grandissima partecipazione della popolazione di Duno, alla presenza di due sindaci, Marco Dolce, sindaco di Duno, Francesco Paglia, sindaco di Cuveglio, abbiamo posato la pietra d’inciampo di Alfredo Giuseppe Damia. ‘Zepin’ è finalmente tornato a casa. Lo ha accolto il suono delle campane del suo paese».
È sotto il segno di queste parole che nella mattinata piovosa di domenica 10 marzo si è compiuto un piccolo grande passo legato alla memoria di una figura nota nel piccolo paese della Valcuvia, vale a dire quella di Alfredo Giuseppe Damia, cittadino di Duno morto assassinato nei campi di concentramento nazisti.
Una pietra d’inciampo del colore dell’oro ma che d’oro non è; invece prezioso è il contenuto dell’iscrizione, posta a ricordare la scomparsa di un cittadino che, in quei giorni, in quei luoghi, sarebbe potuto essere ciascuno di noi.
Questo il senso delle pietre d’inciampo, cioè far vedere in maniera chiara la “presenza“ nei luoghi di vittime dei totalitarismi.
Il progetto della pietra d’inciampo dedicata a Damia è stato presentato lo scorso 26 gennaio a Palazzo Estense a Varese in occasione del Giorno della Memoria. Questo progetto, avviato alcuni anni fa dall’Anpi, mira a commemorare i residenti della provincia di Varese deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti durante la seconda guerra mondiale.
«Questi uomini assassinati nei campi di sterminio», spiegano dall’Anpi Provinciale «condividevano gli stessi valori, la stessa repulsione per il fascismo e insieme hanno operato nella Provincia e anche fuori a favore della Resistenza. Noi non dimentichiamo e per questo noi ci siamo, siamo qui ogni anno, ogni giorno, ogni minuto e in ogni luogo a dire che non è finita, che chi vuole cancellare la storia, avrà memoria, memoria attiva fatta da noi. E con noi i nostri figli e la grande famiglia dell’Anpi provinciale che non si ferma mai e continua a fare memoria».
Nonostante il tempo inclemente erano presenti domenica mattina diversi cittadini di Duno, e persone venute da fuori il paese, oltre a tenti bambini.
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