Tra arte e architettura: le opere di Giovanni Ferrario alla Fondazione Castiglioni
La mostra Primodisegno presenta una selezione di opere che dialogano con gli ambienti e la collezione del grande architetto milanese
![Generico 11 Mar 2024](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/03/generico-11-mar-2024-1616364.610x431.jpg)
Una mano, un uovo, un nido, un libro. Sono oggetti comuni ed elementi di vita quotidiana i soggetti privilegiati della mostra Primodisegno di Giovanni Ferrario alla Fondazione Achille Castiglioni di Milano, fino al 30 marzo. Lo studio del grande architetto, fermo nel tempo con il suo tavolo da lavoro, il suo archivio e una miriade di prototipi, grazie al lavoro infaticabile della figlia, affianca lo studio del grande patrimonio, ad un programma espositivo che fa dialogare gli artisti con gli spazi, gli oggetti, le luci e le ombre della Fondazione.
![Generico 11 Mar 2024](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/03/generico-11-mar-2024-1616370.610x431.jpg)
Giovanni Ferrario artista, filosofo e teorico dell’arte presenta una selezione di opere (dagli anni 2009 fino al 2023) che partono da oggetti comuni per aprire lo sguardo altrove: verso la fragilità, la leggerezza, la caducità. Opere realizzate con la scanner, dove la tecnica non si confonde mai con una freddezza descrittiva ma diventa un’attitudine umana che suggerisce una razionalità intuitiva. Un uovo, un nido, delle briciole di pane possono essere banali ma se attraversano un particolare processo di trasformazione poetica, l’immagine acquista una propria autonomia e una propria realtà, che, alla fine, sembra sostituire quella del soggetto originario.
![Generico 11 Mar 2024](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/03/generico-11-mar-2024-1616367.610x431.jpg)
La scansione, senza la mediazione dell’obbiettivo fotografico, permette alla macchina di toccare ciò che viene manipolato, la luce acquista un ruolo fondamentale perché avvolge l’oggetto o la scultura, la digitalizza per poi ricomporla. La scultura di creta, nelle mani di Ferrario, tradisce l’impronta digitale e diventa quasi una nuvola di fumo.
Sono opere luminose che sottintendono una costruzione quasi architettonica che dialogano con l’ambiente: le mani sono il soggetto più ricorrente, passate sotto l’azione dello scanner, generano immagini, che vivono lo spazio e costruiscono una relazione con esso. Le opere sono come finestre aperte su mondi interiori, inviti a esplorare l’inconscio e a confrontarsi con le proprie emozioni più intime.
Primodisegno
Giovanni Ferraio
Fino al 30 marzo
Fondazione Achille Castiglioni
Piazza Castello 27, 20121 – Milano
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